Economia

Quei lamponi così indigesti alla mafia

In una notte, devastati 6mila metri quadri di serre della cooperativa Valle del Buonamico. «Siamo la prova che si può vivere della legalità»

di Francesco Agresti

Sono entrati di notte, portando via quello che hanno trovato negli uffici, e prima di dileguarsi hanno firmato il furto distruggendo 6mila metri quadrati di serre in cui erano coltivate 2mila piante di lamponi. A San Luca, nel cuore della Locride, zona con uno dei più alti tassi di disoccupazione giovanile dell?Unione europea. «Fino a qualche tempo fa si viveva con il coprifuoco», dice Piero Schirripa, il presidente della cooperativa Valle del Buonamico di Platì (Reggio Calabria), «i sequestri di persona erano frequenti e io stesso aveva paura a uscire di casa dopo una certa ora. Sette anni fa, grazie alle risorse messe a disposizione dal Fondo di sviluppo della Confcooperative e alla collaborazione di aziende e di tecnici specializzati provenienti da altre regioni, abbiamo avviato la coltivazione di piante e alberi da frutto. Oggi sul nostro territorio c?è una concentrazione di serre più alta di quella della provincia di Bolzano». Vita: Perché questo attacco? Piero Schirripa:Credo sia legato al fatto che da quest?anno abbiamo esteso la nostra attività anche nel comune di San Luca, e probabilmente la nostra presenza, che testimonia la possibilità di realizzare progetti di sviluppo autonomi e creare nella legalità occupazione, dà fastidio. Vita: Come hanno reagito i lavoratori? Schirripa: Con rabbia, irripetibili le imprecazioni che hanno rivolto agli autori dell?atto vandalico ed è questa la migliore risposta agli atti intimidatori. Dalla mafia possiamo difenderci da soli, creando attività economiche, coinvolgendo le persone, facendole sentire partecipi del progetto: quello che frena la nascita e lo sviluppo di attività economiche è la carenza di know how, la mancanza di una cultura dell?impresa, le banche che concedono prestiti a tassi vicini a quelli di usura, la burocrazia governata dal clientelismo utilizzata come ?postificio? invece che come centro di supporto e di servizio alle attività. Vita: Avete mai ricevuto altre minacce? Schirripa: Nel corso di questi anni siamo stati vittime di alcuni episodi a scopo intimidatorio. Tre anni fa, rientrando a casa, trovai un gatto impiccato davanti la porta di ingresso. In questi anni le forze dell?ordine hanno fatto molto, ma? Vita: Ma? Schirripa: Ma i problemi che quotidianamente dobbiamo affrontare sono solo marginalmente legati all?attività della criminalità organizzata. Ripeto, dalla mafia ci difendiamo da soli, sono altre le cose di cui abbiamo bisogno. Un sistema creditizio meno ingessato e programmi di formazione e di tutoraggio, questi sono per noi i problemi più urgenti e quelli che creano maggiori difficoltà. Vita: Cosa vi ha spinto a dare vita a queste attività? Schirripa:Da noi non ci sono capitali, c?è la volontà di fare, di animare il territorio, come hanno fatto i gesuiti in Sudamerica o come stanno facendo dei privati in alcune zone della Spagna. Siamo partiti istituendo un osservatorio sulla Locride, oltre alle cooperative abbiamo creato uno sportello di ?job creation? e, grazie al prestito d?onore, sono state avviate circa 100 imprese che operano nei più diversi settori merceologici. Vita: E ora? Schirripa: Siamo in attesa di ricevere l?approvazione da parte della Regione Calabria del Piano di filiera, un programma che prevede uno stanziamento di 21 milioni di euro che ci permetterà di raddoppiare il numero delle imprese della coop. Valle del Buonamico, il fatturato e i dipendenti. Vita: Cosa farete sul terreno danneggiato? Schirripa: I lamponi distrutti potranno essere piantati solo il prossimo mese di gennaio, ora stiamo mettendo a coltura i pomodori Pachino. C?è qualcuno che vuole darci una mano? Farci sentire meno soli ed esprimerci solidarietà? Bene, acquistate i nostri pomodori a 5 centesimi in più del prezzo di mercato, la risposta migliore contro chi vuole frenare la nostra voglia di creare occupazione e occasioni di sviluppo partecipate. Un’ idea vincente Della cooperativa Valle del Buonamico fanno parte 10 aziende, tutte della zona della Locride, in Calabria, che danno lavoro a 250 dipendenti con un fatturato di circa 1,5 milioni di euro. Grazie alla collaborazione di realtà cooperative del Trentino, è stata avviata la coltivazione di frutti di bosco: lamponi, ribes, more, mirtilli e colture sperimentali uniche in Europa. In pochi anni gli iniziali 2mila metri di terreno sono diventati 200mila. Inoltre, da circa un anno, su 3 ettari è stata avviata la coltivazione di 3mila piante di ciliegio nano, esperimento unico in Italia e tra i pochi in tutta Europa, monitorato dal professor Alessandro Roversi della Cattolica di Piacenza. L?iniziativa è stata coordinata dal vescovo di Locri, Giancarlo Bregantini, responsabile della Pastorale per il lavoro per la Conferenza episcopale italiana. Info: tel. 0964.20948


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