Formazione

tante occasioni di lavoronelle fattorie sociali

agricoltura In Italia sono già oltre 2mila

di Redazione

Le esperienze di agricoltura sociale in Italia sono più di 2mila. Si tratta di imprenditori che alla loro attività di produzione agricola hanno affiancato uno o più progetti di natura sociale, con scopi di reinserimento. Oltre alle iniziative di carattere educativo e formativo, in fattoria si sono infatti moltiplicati i percorsi di inserimento lavorativo rivolti a persone svantaggiate, come disabili fisici e mentali, o tossicodipendenti.
Il fenomeno non è solo imprenditoriale: le fattorie sociali sono occasioni di lavoro anche per cooperative sociali e associazioni non profit che offrono servizi per lo svolgimento delle diverse attività dell’azienda agricola o per seguire come tutor i lavoratori svantaggiati. Sempre più fattorie sociali, inoltre, redigono un rendiconto sociale, tappa che precede la redazione di un vero e proprio bilancio sociale, e quindi hanno bisogno di esperti contabili. E presto anch’esse saranno impegnate in attività di raccolta fondi.
«È un settore in crescita, che ha preso il via con la riforma della politica agricola comunitaria che ha dato la possibilità agli agricoltori di diversificare le attività. Questa occasione normativa si è incontrata con la nuova generazione degli imprenditori agricoli, i trenta-quarantenni che hanno scelto di continuare l’azienda agricola di famiglia avendo consapevolezza del ruolo che potevano svolgere nel tessuto sociale al servizio dei più svantaggiati», afferma Alfonso Pascale, presidente della rete delle fattorie sociali. Che aggiunge: «I giovani imprenditori sono coscienti del valore che si aggiunge non in termini economici all’attività produttiva. Va detto, tuttavia, che i prodotti delle fattorie sociali sono apprezzati, oltre per la qualità, anche per la storia che sta dietro, e quindi ci sono anche ricadute economiche non indifferenti».
Come si fa ad aprire una fattoria sociale? «Ovviamente si deve gestire un’azienda agricola. L’imprenditore deve stilare un progetto e poi presentarlo alle strutture locali, Comune e Asl. Chi fa parte della rete delle fattorie sociali ha informazioni e formazione». Per citare due esperienze di formazione prossime a partire: il 28 gennaio a Roma il corso, di due mesi, realizzato dall’Arsial – Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura nel Lazio (www.arsial.regione.lazio.it). Entro primavera prenderà avvio la seconda edizione del master in Agricoltura etica organizzato dall’università della Tuscia (www.agrietica.it).
Chi non è imprenditore agricolo può lavorare in una fattoria sociale come educatore, animatore, esperto di pet therapy. «Questi operatori sono impiegati in cooperative sociali o associazioni, e i contratti generalmente sono legati a uno specifico progetto educativo. Gli interessati possono rivolgersi ai Centri servizio volontariato per contattare le onlus che si occupano di questi settori».


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