Economia

Ma che bel panorama si gode da qui

Dalla Toscana alla Puglia, dalla Brianza alla Sicilia, in città, al mare o in montagna molti operatori del Terzo settore si lanciano nel turismo sociale. E le idee brillanti non mancano di certo

di Stefano Arduini

Quest?estate in piazza dei Miracoli a Pisa, mentre il via vai dei turisti prenderà d?assalto la Torre che pende e mai viene giù, un gruppo di esperti valuterà il grado di accessibilità dei percorsi turistici del centro cittadino. Marciapiedi, cabine telefoniche, ingressi ai monumenti, corsie preferenziali, parcheggi per handicappati, centri di informazione turistica, saranno battuti a tappeto da una task force composta da veri e propri luminari della materia. Uomini, donne e ragazzi in carrozzina o ipovedenti, esperti che più esperti non si può in materia di accessibilità urbana: coordinati dal personale delle cooperative sociali Melograno e Insieme saranno poi chiamati a redigere un dossier sulle capacità di accoglienza del centro toscano. L?attività estiva delle cooperative di solidarietà non si stoppa nemmeno nel resto d?Italia. Per restare in Toscana, a Lucca, nel cuore della tradizione della canapa, la cooperativa Tessa gestisce al femminile, «in realtà», ammette Marzia Cassettai, la responsabile, «qualche ometto lo facciamo lavorare», l?albergo ristorante Ai Canapai, nel cuore della Garfagnana, a San Romano. La cucina e il bar del complesso sono appannaggio di 3 soci svantaggiati, ex alcolisti con difficoltà psichiche, che si occupano di servire pietanze tipiche e piatti tradizionali alla clientela. Un?esperienza simile la vivono anche i ragazzi della cooperativa Diogene di Dicomano, in provincia di Firenze, dove 12 soci svantaggiati si occupano della ricezione, della cucina e delle pulizie all?interno del convento di Sandetole in località Contea, oggi ristrutturato e adibito a ristorante, albergo e centro convegni. Lasciandoci alle spalle l?Arno, al di là dell?Appennino incontriamo, nel paesino di Castelnuovo ne? Monti (Re), Rossana Bacci, presidente della storica cooperativa Il Ginepro, nata nel 1987. Oggi gestisce una spettacolare casa colonica, posizionata sul picco di una collina e sovrastata dalla pietra Bismantova. Uno scorcio naturale, «imperdibile per chi», conferma Rossana « ha deciso di dedicare la vita al reinserimento delle persone svantaggiate attraverso attività turistiche». Oggi la cooperativa cura un agriturismo, con tanto di maneggio, una locanda ostello e un bar. Dall?Emilia proseguiamo con la bussola rivolta a nord, fino in Brianza. Capitali del dell?impegno sociale che non si ferma neppure sotto il canicola sono Erba e Cantù. Alla base ci sono due filosofie differenti. Le cooperative Noivoiloro e Noigenitori di Erba organizzano ogni estate dei soggiorni vacanze rivolti a ragazzi disabili e non, «perché», come dice Bruno Mazza, di Noigenitori, «le vacanze sono l?appendice di un impegno che dura tutto l?anno». A Cantù, alla cooperativa Il Gabbiano, invece, la prospettiva è rovesciata. L?obiettivo rimane il potenziamento delle autonomie personali, «ma durante le vacanze», ricorda Domenico Gaiga, «l?attività di svago è imprescindibile». Quest?anno l?area del turismo sociale che tira di più è quella dei parchi naturali. Il consorzio Cgm, del resto, ha lanciato il progetto nazionale Parchi sociali a tema. «L?idea», spiega il referente Mario Sicignano, « è semplice: rendere fruibile e condiviso il patrimonio artistico, culturale e ambientale del nostro Paese». Motore di questo processo? Ovviamente le cooperative sociali. E allora il viaggio alla scoperta del nostro territorio ci porta a sud. In riva allo Stretto, versante messinese, troviamo il parco letterario Horcynus Orca (vedi box). Nel Ragusano, a Comiso, la cooperativa San Giovanni Battista si occupa dell?agriturismo Torre di Canicarao, dove persone svantaggiate producono vino e altri prodotti biologici per i 160 coperti del ristorante. Dalla Sicilia al Salento ci avviciniamo, attratti dalle sinfonie etniche di pizziche e tarante, alla masseria Mele Bono, della cooperativa Gluck, dove si organizzano corsi di cucina locale e esposizioni d?arte contemporanea. Risalendo lo Stivale ci imbattiamo nel fiume Sarno, il più fetido d?Italia, e nell?omonima cittadina, vittima degli smottamenti del 1998. Qui, la cooperativa Cinque sensi si prende cura di 16mila metri quadrati di territorio. «Il progetto», illustra il presidente Gianni Catapano, «si propone di riqualificare il nostro ambiente e di creare un?area adatta a sviluppare i cinque sensi dell?uomo, relazionandoci a ragazzi svantaggiati». Progetto H, infine, è il nome della cooperativa sociale di Nuoro che manda avanti due colonie estive solidali. Una al mare, a Bosa Marina (Nuoro) e una in montagna, a Montesanzelo (Sassari).


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