Sostenibilità

Ma sì, chiamiamola purerivoluzione. Perchél’Italia è cambiata davvero

Intervista al ministro Pierluigi Bersani

di Redazione

Fine anno, tempo di bilanci. Dodici mesi che hanno portato ulteriori novità sul fronte delle liberalizzazioni. Provvedimenti epocali per molti, inutili per altri, dannosi per altri ancora. Tra ostruzionismi, passi indietro, passi falsi e i soliti giri di valzer della politica, siamo arrivati alla fine del 2007 e a quota tre per i pacchetti di interventi che portano la firma del ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani.
Ministro, cosa ritiene che manchi per completare il quadro di riforme attuato finora? Innanzitutto vorrei incitare tutti a non dare per scontato il processo di enorme cambiamento culturale che si è messo in moto dall’inizio della legislatura. Il governo Prodi e l’Unione hanno dimostrato, e questo è un fatto inedito, che il corporativismo e il localismo tipico dell’Italia possono essere superati se si hanno il coraggio e la determinazione di stare dalla parte del cittadino-consumatore. In un anno e mezzo abbiamo prodotto tre pacchetti di interventi sulle liberalizzazioni, con oltre trenta misure già in vigore; altri disegni di legge di riordino settoriali sono in fase di avanzato esame parlamentare; i decreti sulle pratiche commerciali scorrette e, infine, l’introduzione dal 2008 della class action. Un bilancio di questa portata non si era mai visto, per quantità e innovazione delle misure legislative. Detto questo, auspico – e non per completare il quadro di riforma ma per proseguirlo – una rapida approvazione definitiva da parte del Parlamento della terza “lenzuolata”, il disegno di legge ora all’esame del Senato che contiene circa 60 articoli di liberalizzazione, semplificazione amministrativa per cittadini e imprese e nuovi strumenti di rilancio per la competitività. Senza contare che la norma sulla legge annuale sulla concorrenza e la tutela dei consumatori, inserita nel ddl, offre a governo e Parlamento la possibilità di intervenire sistematicamente su tutte le migliaia di rivoli dove si annidano le inefficienze, gli oneri burocratici e le restrizioni alla concorrenza che danneggiano in particolar modo i giovani.Dell’approvazione di quali provvedimenti è più soddisfatto? Sicuramente le misure che hanno subito prodotto effetti in termini di risparmio per i cittadini e di contributo al mantenimento di una inflazione al di sotto della media europea, come la liberalizzazione dei medicinali da banco, l’eliminazione degli oneri notarili sui passaggi di proprietà e sulla cancellazione di ipoteca; l’obbligo di trasparenza nelle tariffe aeree e le norme sulla telefonia mobile. Poi, confesso, che la piccola norma che impone date di scadenze supervisibili sui prodotti alimentari è per me una delle misure di maggiore civiltà. La soddisfazione arriva anche da Bruxelles per la eliminazione dei costi di chiusura dei conti correnti bancari, dal momento che è stata inserita nel nuovo programma di interventi illustrato dal presidente Barroso per lo sviluppo del mercato interno.Class action. Cosa auspica che accada? Come ritiene, invece, che andrà a finire? L’auspicio è che l’occasione venga colta da tutti, imprese incluse, con piena consapevolezza. Lo dico sempre e lo ripeto oggi: dove sta bene un cittadino, sta bene un’impresa. Uno strumento di civiltà come questo non può mancare in un Paese che ambisce ad essere protagonista in Europa, tanto più se la stessa Unione europea ha manifestato l’intenzione di introdurlo a livello comunitario. Ci sono buone ragioni per farlo: garantire agli individui il diritto al risarcimento anche per danni di piccole entità causati da comportamenti scorretti che oggi restano impuniti, considerato che l’accesso alla giustizia per i singoli è spesso sconveniente per costi e tempi; assicurare la piena applicazione delle leggi sui diritti dei consumatori e sulle regole di concorrenza; scoraggiare comportamenti scorretti in un mercato che diventa sempre più ampio e meno controllabile, anche a tutela delle imprese che operano correttamente. Come andrà a finire, mi chiede? L’Italia avrà l’azione collettiva dei consumatori nel 2008.Il nostro è un giornale che si rivolge direttamente a tutti i cittadini consumatori. Qual è l’augurio del ministro Bersani ai nostri lettori? Mi auguro che la politica, le forze sociali, le varie forme di organizzazione civica, gli organi di informazione possano continuare sulla strada che abbiamo finalmente imboccato, in modo che il cittadino consumatore non si senta più solo e possa crescere in consapevolezza e in diritti.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA