Non profit

Volontariato, la marcia in più

la giornata delle oasi La rinascita del bosco di Vanzago, modello innovativo di gestione

di Redazione

Vanzago, domenica 25 novembre: un centinaio di ascoltatori di Radio Dimensione Suono sono stati convocati per dare inizio ad un’operazione di recupero e ampliamento del bosco alle porte di Milano, che proprio RDS, insieme al WWF, aveva promosso nei mesi precedenti con una raccolta di fondi pubblica. In un paio d’ore, più di 250 nuovi alberi, in particolare farnie, vengono messi a dimora. Un piccolo, iniziale, parziale intervento che però ha un valore molto più grande e strategico. Intanto è l’inizio di un progetto di riqualificazione del bosco che per antiche gestioni ha visto trasformarne il volto originario: in particolare l’introduzione di specie estranee alla flora italiana – robinia, ailanto, ciliegio americano, ecc. – ha tolto spazio agli alberi tipici. I più recenti stress idrici, dovuti a siccità e meno disponibilità d’acqua, inoltre, ne hanno aggredito le piante e soprattutto le querce, rendendole più deboli e malate.
La sfida è quella di rimettere in salute il bosco e ampliarne la superficie. Con una marcia in più: la partecipazione. È stato da sempre uno dei caratteri vincenti delle nostre Oasi: luoghi cioè aperti al contributo di soci e volontari; luoghi dove anche una piccola azione, se è parte di un piano più generale, può essere determinante; luoghi di aggregazione e scambio di idee; luoghi dove chi ha voglia di fare trova spazi e occasioni; luoghi di crescita per molti che hanno scelto la conservazione della natura o la ricerca scientifica come strada professionale; luoghi per l’educazione, la crescita della sensibilità e spesso dell’amore verso la natura.
Ecco, quella giornata di novembre a Vanzago, rappresenta un po’ lo specchio del futuro delle Oasi. E cioè: una gestione al meglio delle necessità, parte di un processo più ampio di gestione del territorio e in particolare nella conservazione della biodiversità su scale più rappresentative; la partecipazione delle comunità, siano esse locali o interessate, scolastiche, ecc.. E, sempre di più, una gestione che sappia rispondere ai cambiamenti in atto, a cominciare da quelli climatici.
Come nel passato, quando le Oasi del WWF sono stati laboratori e palestre per interventi innovativi e sperimentali nei vari settori della gestione, lo stesso spirito e lo stesso impegno saranno impiegati per fronteggiare i nuovi scenari. Già è cominciato il monitoraggio delle aree e la verifica di alcuni indicatori ambientali, necessari per valutare le prime azioni di gestione adattativa.
Continua così il percorso delle Oasi, nate per salvare un lago o un bosco e poi pezzi sempre più importanti del sistema di aree protette, e quindi di spazi naturali, di valore nazionale e internazionale.

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