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comunicazione Come si diventa pierre nel non profit

di Redazione

Natale tempo (anche) di concerti, mostre e incontri culturali organizzati da associazioni e fondazioni. Gli obiettivi sono i più diversi: si va dalla tradizionale esigenza di sensibilizzare il pubblico verso le tematiche su cui è impegnata la realtà non profit, alla raccolta di fondi. Ideazione e organizzazione nascono all’interno delle associazioni e fondazioni grazie ad un team di operatori che insieme gestiscono tutta la “filiera” dell’evento culturale. Dunque specifiche competenze in questo settore sono sempre più richieste, e gli enti non profit ricorrono generalmente a forme di collaborazione per un determinato progetto creativo.
Lisa Orombelli è responsabile marketing e raccolta fondi per il Fai – Fondo per l’ambiente italiano e dal 1992 segue la realizzazione di molti eventi.
Il Fai è tra le più importanti organizzazioni italiane a occuparsi di tutela del patrimonio culturale, e ogni anno promuove campagne nazionali di sensibilizzazione, le tradizionali Giornate del Fai, con l’apertura al pubblico delle proprietà, eventi e concerti.
«Ogni iniziativa ha un obiettivo ben preciso e si rivolge a un determinato target: su questa base si inizia a creare un progetto. Si tratta di un lavoro di squadra a cui partecipano diverse figure: professionisti del marketing, della comunicazione ed esperti di fund raising», afferma la Orombelli. Che continua: «Un altro nostro compito è quello di allacciare alleanze e di trovare sponsorizzazioni». Per diventare organizzatore di eventi culturali per il non profit occorrono doti di relationship, ma anche specifiche competenze tecniche che vanno dalla conoscenza della legislazione Siae ad elementi di gestione economica.
Centri studi e università hanno ideato percorsi che preparano professionisti. La Fondazione Fitzcarraldo di Torino, per esempio, dal 1996 organizza il corso di perfezionamento per responsabile di progetti culturali. «Il corso è uno dei principali laboratori a livello internazionale di formazione e pratica per lo sviluppo di progetti nell’ambito dello spettacolo, della valorizzazione territoriale integrata, dei beni culturali, delle arti visive, dei nuovi media, delle industrie culturali della mediazione culturale», afferma Ugo Bacchella, presidente della Fondazione Fitzcarraldo e responsabile del corso.
Il percorso formativo ha una impostazione internazionale e interculturale, come spiega ancora Bacchella: «Le lezioni si svolgono a Torino, ma ci sono momenti formativi a Salisburgo, Monaco di Baviera e Berlino per permettere un confronto diretto con operatori culturali pubblici e privati di altri Paesi. La didattica si articola in momenti di aula e in lavori di gruppo. Gli studenti nel corso degli studi sono assistiti da esperti in budgeting, marketing, progettazione internazionale e legislazione».


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