Non profit
Empowerment,la forma modernadell’aiuto
sotto la lente Associazione Amici di Raoul Follereau
di Redazione
«Nel mondo, ancora oggi vi sono troppi fratelli che soffrono nel corpo e nello spirito. Ispirati ai valori fondamentali della carità e della umana fraternità, intendiamo portare aiuto materiale e sollievo morale a coloro che, fra i sofferenti, sono forse i più reietti: i lebbrosi. Con questo atto impegniamo noi stessi e tutti coloro che entreranno a far parte dell’associazione “Amici dei Lebbrosi”».
Con questo spirito nasce, quarantasei anni fa, per iniziativa di un gruppo di volontari bolognesi, Aifo – Associazione italiana amici di Raoul Follereau – che oggi è diventata una delle più significative realtà impegnate nella lotta alla lebbra operanti nel nostro Paese.
Aifo agisce in particolare fornendo servizi di sanità di base, riabilitazione (fisica, mentale e sociale), appoggio all’infanzia e supporto nei casi emergenza, ma anche sensibilizzazione ed educazione, su una vasta area di Paesi terzi – Angola, Egitto, Ghana, Guinea Bissau, Comore, Kenya, Liberia, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sudan, Brasile, Guyana, Bangladesh, Cina, India, Indonesia, Laos, Mongolia, Myanmar, Nepal, Pakistan, Vietnam.
Stando ai dati forniti dal direttore Antonio Landolfi, l’azione di Aifo raggiunge un totale di circa 335mila individui, che possono contare grazie ad essa su un «supporto determinante per la qualità della loro vita, la salute, il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali, l’empowerment», fornito da una rete radicata su tutto il territorio nazionale e composta da 1.018 soci, 58 gruppi ufficiali e 10 coordinamenti regionali, in stretta partnership ufficiale con l’Oms, che adottano nel loro lavoro un approccio fondato sulla partnership con le realtà locali.
Questo è un modello di cui Aifo si dimostra portatrice, sia come strumento di riduzione dei costi sia come metodologia per realizzare l’effettivo empowerment necessario alle popolazioni per agire autonomamente nella rete degli aiuti internazionali, come ribadisce Landolfi: «Le azioni di rete sono il cardine dell’operatività dell’Aifo. Tutti i progetti sono fondati sulla partnership e sul dialogo con realtà organizzate, movimenti di base, ong locali e istituzioni dei paesi beneficiari. Il ritorno di risultati rispetto agli obiettivi è elevato».
Attraverso tale strutturazione, Aifo è riuscita a destinare nel 2006 il 78% delle uscite direttamente ai progetti, di cui il 94% per le attività all’estero e il 6% per attività di educazione allo sviluppo in Italia. I costi della struttura nel 2006 costituivano il 22% dei costi totali, mentre il 13,5% è stato destinato al personale. Dal lato dell’entrate, la principale fonte di ingresso è costituita dalle offerte da privati – il 67% del totale -, mentre la restante parte del bilancio è parcellizzata nei contributi di associazioni private (10%), del ministero degli Esteri (9%), di enti sopranazionali (7%), di enti locali e Regioni (1%), lasciti (5%) e da partnership con aziende profit (1%).
Tra prossimi appuntamenti di Aifo, il XXII convegno internazionale dal titolo L’amore politico. A partire dalla definizione di cittadinanza, il convegno analizza la cooperazione internazionale, il diritto alla salute, l’empowerment delle persone con disabilità, la tutela dei diritti dei più deboli all’impegno dei giovani, tutti esempi di amore politico. A conclusione, il ricordo di due grandi: Raoul Follereau e padre Damiano de Veuster. Appuntamento all’Hotel Pineta Palace di Roma, il 7, 8 e 9 dicembre.
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