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Genitori SI’, complici NO: contro le demografie autoritarie e le adozioni internazionali in CINA

Parte dagli Enti Autorizzati (CEA) e dalle Associazioni Familiari la battaglia civile per superare l'abomio dell'abolizione per legge dei fratelli e delle sorelle.

di Enzo B

GENITORI SÌ Ogni anno un gran numero di famiglie italiane, si danno disponibili all?adozione di minori provenienti da Paesi terzi. L?adozione internazionale rappresenta per migliaia di bambine e bambini nel mondo la concreta attuazione del loro diritto a crescere amati e curati in seno ad una famiglia. Allo stesso tempo l?adozione internazionale permette il coronamento del progetto genitoriale delle famiglie d?accoglienza, in un incontro d?amore che costruisce ponti di fratellanza attraverso l?umanità. L?adozione internazionale rappresenta quindi un prezioso strumento per la crescita di una società umana solidale, accogliente, responsabile e proiettata nel futuro. L?ABOMINIO DELLE DEMOGRAFIE AUTORITARIE DI STATO Permangono in alcuni Paesi culture, tradizioni e, peggio, leggi che prevedono la pianificazione demografica forzata, contro il volere degli individui e, in particolare, delle donne. Si tratta degli aborti selettivi di genere (quasi sempre contro le bambine), ma soprattutto leggi come quella cinese del figlio unico. L?abolizione per legge dei fratelli e delle sorelle, la violenta ingerenza nei progetti di vita e familiari imposti dallo stato autoritario rappresentano il massimo dell?abominio: soprattutto perché sublimano l?idea stessa di prevaricazione dello Stato sull?individuo e sui suoi diritti fondamentali. Tutto questo avviene nel massimo grado nella Repubblica Popolare Cinese, risultando ancora più inaccettabile in considerazione del fatto che si tratta di una delle massime potenze economiche mondiali. E, ancora di più, perché avviene alla luce del sole, nell?indifferenza e nel silenzio della comunità internazionale attraverso l?ipocrita scusa della ?non ingerenza nelle questioni interne?. Ma di questione interna non si tratta, riguardando la sfera dei diritti universali e inviolabili dell?uomo. COMPLICI NO Il primo passo della campagna contro l?orrore della demografia autoritaria di stato è quello dell?assunzione di responsabilità e del rigetto di qualsiasi forma di silenzio opportunistico o di complicità. Per essere in prima linea in questa battaglia di civiltà e per la vita, l?Italia deve prendere le distanze da qualsiasi forma di compromesso attivo, dichiarando una moratoria a tempo illimitato delle adozioni internazionali di bambine e bambini cinesi; questo nella certezza che proprio le adozioni internazionali di bambine e bambini cinesi rappresentano la forma più vile di complicità con la politica autoritaria dello Stato Cinese che non consente ai bambini di crescere nella propria famiglia o, qualora realmente abbandonati, di essere adottati da una famiglia del proprio Paese, come prescritto dalla Convenzione dell?Aia sull?adozione internazionale e la protezione dei minori. AZIONI CONCRETE ? Alle donne e agli uomini italiani chiediamo di mobilitarsi nelle forme civili di espressione diretta del dissenso nei confronti delle politiche e di pressione nei confronti delle rappresentanze diplomatiche cinesi in Italia attraverso la sottoscrizione del presente manifesto e le altre forme di manifestazione che saranno proposte nel corso della campagna. ? Agli operatori dei mass media chiediamo di dare voce a questa iniziative, alzando il velo di indifferenza che ricopre l?abominio delle politiche demografiche autoritarie della Cina. ? Ai rappresentanti della politica e delle Istituzioni Italiane chiediamo di attuare immediatamente la moratoria sulle adozioni internazionali di bambine e bambini cinesi, di rappresentare nelle forme più determinate tale posizione al governo della Repubblica Popolare Cinese e di farsi promotore di un?iniziativa analoga e comune in seno all?Unione Europea. ? Alle Organizzazioni Non Governative e alle Associazioni Familiari chiediamo di sottrarsi a qualsiasi forma di possibile complicità con le politiche demografiche autoritarie della Cina, non accettando compromessi in nome di malintesi fini umanitari.


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