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La lebbra a Milano: AIFO invita a non discriminare le persone colpite

L'episodio di cronaca dimostra che lo stigma sociale legato alla lebbra è purtroppo ancora vivo anche in Italia.

di AIFO

In merito alla notizia diffusa dai giornali il 3 maggio 2007 su due casi di lebbra registrati a Milano, l’AIFO – Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau comunica che i casi di lebbra non costituiscono alcun rischio per la popolazione italiana ed è grave che si voglia discriminare le persone extracomunitarie che hanno contratto questa malattia, presentandole come possibili responsabili di una diffusione del contagio. L’episodio di cronaca dimostra che lo stigma sociale legato alla lebbra è purtroppo ancora vivo anche in Italia.

E’ urgente che i mass media diano una informazione corretta sull’inesistenza di alcun rischio di diffusione della lebbra in Italia, ma anche sull’importanza di garantire alle persone colpite dalla lebbra il pieno rispetto dei loro diritti socio-sanitari e della loro dignità. La lebbra è oggi una malattia completamente curabile e guaribile e la sua persistenza nei paesi del Sud del mondo è causata da situazioni di povertà, malnutrizione, assenza di servizi sanitari in cui vivono le popolazioni di quei paesi. Combattere la lebbra significa quindi impegnarsi per eliminare le ingiustizie socio-economiche mondiali e restituire a tutte le donne e gli uomini del mondo piena dignità umana, salute e rispetto dei diritti fondamentali. L’AIFO esprime ai cittadini extracomunitari colpiti dalla lebbra la propria solidarietà e invita la popolazione italiana ad unirsi all’impegno di cancellare ogni forma di discriminazione verso queste persone.

AIFO, ispirandosi all’opera di Raoul Follereau, lavora da 46 anni per la cura e la riabilitazione socio-sanitaria dei malati di lebbra e per la tutela dei loro diritti e della loro dignità. Nei suoi progetti sono curati il 10% dei malati di lebbra di tutto il mondo. E’ consulente e partner ufficiale dell’Organizzazione mondiale della Sanità e partecipa all’Assemblea mondiale della Salute.

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