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Cortivo: La revisione del nomenclatore tariffario interessa quasi 3 milioni di disabili italiani

l’Istituto Cortivo propone alcune riflessioni sulla proposta di nuove regole per la concessione di ausili, òrtesi e pròtesi a carico del servizio sanitario pubblico

di Associazione Istituto Cortivo

Il ?nomenclatore tariffario? è un elenco di pròtesi, òrtesi e ausili che possono essere concessi a carico del fondo sanitario nazionale alle persone disabili in possesso di specifici requisiti. Si tratta di una nutrita serie di strumenti e presidi tecnologici che permettono ai disabili se non di condurre una vita indipendente, almeno di poter usufruire di un buon grado di autonomia. Proprio a questo elenco fanno riferimento i medici quando devono prescrivere gli apparecchi dispensati gratuitamente dalla sanità pubblica. Gli ?ausili? sono prodotti, strumenti, attrezzature o sistemi tecnologici, anche di comune produzione e commercio, utilizzati da persone disabili per prevenire, compensare, alleviare o eliminare menomazioni, disabilità o handicap. Gli ausili sono anche denominati ?presìdi? (es.: presidio ortopedico, cioè pròtesi). Le ?pròtesi? sono apparecchi o dispositivi artificiali posti in sostituzione di un organo del corpo umano, mancante o difettoso, mentre le “òrtesi” sono apparecchi che si applicano al corpo per correggerne una funzione meccanica difettosa, ma che non sostituiscono una parte anatomica mancante. Il Ministero della salute ha a tempo assunto l?impegno di rivedere l’elenco di questi presìdi forniti dal Servizio sanitario nazionale alle persone con disabilità, che in Italia sono circa 2.824.000, delle quali più di un milione presenta disabilità fisiche, numeri che interessano il 15% delle famiglie italiane (dati Istat). Tra queste, circa 60 mila sono le persone (di età inferiore ai 65 anni) che hanno bisogno di un presidio, come la sedia a rotelle, necessario per garantire la propria autonomia. Il nomenclatore oggi in vigore, ormai datato e obsoleto, in quanto risalente al 1992 (pur con una limitata revisione apportata nel 1999) è uno strumento che non tiene conto dell’innovazione tecnologica e obbliga i disabili a utilizzare i vecchi presìdi rimborsati dal Servizio sanitario nazionale o a farsi carico della differenza di costo con quelli tecnologicamente più avanzati (cosiddetti ?fuori nomenclatore?) disponibili sul mercato, a differenza di quanto avviene ormai da tempo in altri Paesi europei più sensibili a queste istanze. Non sono previste ad esempio le carrozzelle multifunzione, né le piattaforme sollevatrici o i dispositivi elettronici per la comunicazione. Peraltro, la norma ministeriale prevede l?aggiornamento del nomenclatore al massimo ogni tre anni, ma finora non si è mai provveduto. Ancora più grave è il ritardo se si considera lo sviluppo che in questi pochi anni si è registrato nelle attività riabilitative e il parallelo accrescersi della consapevolezza dei propri diritti da parte delle persone disabili. A differenza del prontuario farmaceutico, costantemente aggiornato secondo l’evoluzione della ricerca, il nomenclatore tariffario è stato finora dimenticato, nonostante il progresso tecnologico sia in grado di offrire un evidente migliore beneficio ai quasi tre milioni di disabili italiani. Sotto il profilo strettamente economico, si è anche osservato che di fatto gli strumenti utilizzati sono considerati alla stregua dei normali “pezzi di ricambio”, giacché vengono acquistati dalle aziende sanitarie attraverso gare di appalto che si conformano agli stessi criteri di economicità usati per i prodotti di largo consumo, come la cancelleria e gli arredi, senza considerare la particolare specificità del prodotto. Questa metodologia d?acquisto rischia di inserire nel mercato sanitario prodotti di basso costo e, soprattutto, di bassa qualità, spesso provenienti da industrie asiatiche lontane dagli standard qualitativi italiani e, cosa ancor più grave, privi dei requisiti di sicurezza previsti dalle più recenti direttive europee. Finalmente, nel corso di un convegno svoltosi il 30 agosto scorso a Roma, presso la biblioteca del Senato, è stata presentata una proposta di revisione del nomenclatore tariffario nazionale, lo strumento contenente l’elenco dei dispositivi protesici, delle òrtesi e degli ausili tecnici erogabili dal servizio sanitario nazionale alle persone con disabilità. La proposta di revisione è stata elaborata da un tavolo tecnico, istituito nel febbraio 2006 presso il Ministero della salute, su sollecitazione di molte associazioni di disabili. Gli esperti hanno riclassificato le prestazioni proteiche secondo una logica di risposta funzionale al bisogno del paziente e hanno rivisto lo stesso impianto metodologico e normativo del nomenclatore tariffario, il tutto per creare un servizio sanitario nazionale finalmente capace di farsi carico di un’offerta tecnica più attenta alle esigenze e alla qualità della vita delle persone disabili. Il tavolo tecnico ha infatti sviluppato una delle idee di maggior impatto politico-sociale, che auspica una definizione dei livelli essenziali di assistenza per l’erogazione dei servizi sanitari pubblici. La proposta elaborata dal tavolo tecnico affronta in modo globale il percorso di revisione dell’assistenza protesica avviatosi con l’introduzione dei livelli essenziali di assistenza e con la legge di riforma delle professioni sanitarie. Il nuovo impianto regolamentare del nomenclatore tariffario non dovrebbe più rispondere, come in passato, a una mera funzione di indennizzo, del tutto inadeguata al compito più complesso cui sono chiamati i livelli essenziali di assistenza sanitaria. La prestazione protesica deve invece poter offrire risposte appropriate alle necessità di recupero funzionale di una persona con disabilità, attraverso interventi terapeutici preventivi, compensativi e riabilitativi. Un’assistenza protesica moderna e funzionale ai bisogni del paziente deve poter contare anche sulla collaborazione delle professionalità impegnate in questo campo, anche alla luce dell’approvazione della legge istitutiva degli ordini delle professioni sanitarie, che rende necessario coniugare tali professionalità con quelle mediche all’interno di un’assistenza protesica che tenga conto delle novità emerse in questi ultimi anni. Le nuove regole cambieranno anche le modalità di attribuzione degli ausili, che saranno prescritti e garantiti sulla base delle effettive necessità dei pazienti, così abbandonando il rigido criterio del grado di invalidità civile, il cui riconoscimento deve peraltro attendere il trascorrere di diversi mesi dal momento della presentazione della relativa domanda. Le esigenze dei disabili hanno bisogno di soluzioni immediate. Sembra così pronto l?elenco aggiornato dei dispositivi per poter superare l?handicap, con prescrizioni personalizzate e meno limiti burocratici. La vecchia moto-carrozzella a tre ruote lascerà il posto a uno scooter elettrico, molto più agile e manovrabile, in quanto consente una migliore autonomia non solo all?aperto, ma anche all?interno degli ampi spazi ad esempio dei grandi centri commerciali, il tutto con la garanzia di una maggiore sicurezza per il disabile. Sul piano delle innovazioni tecnologiche, nella categoria degli ausili sono poi previsti numerosi strumenti informatici, come i computer di ultima generazione che ricevono i comandi da semplici movimenti della testa, attivati da particolari caschi, oppure da occhiali speciali che traducono i movimenti delle palpebre. Non ci resta che sperare in una sollecita approvazione delle nuove regole, che sono già attentamente studiate nell?àmbito dei corsi per ?amministratore di sostegno? avviati dall?Istituto Cortivo presso i centri didattici presenti su tutto il territorio nazionale, in vista della loro applicazione pratica durante il tirocinio, previsto presso enti e strutture convenzionate alla fine del percorso didattico biennale.


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