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AIFO: l’appello globale contro la discriminazione dei malati di lebbra

Un appello per porre fine allo stigma e alla discriminazione contro le persone affette dalla lebbra, lanciato da sette grandi personalità ai Capi di Stato e al mondo intero

di AIFO

La lebbra è una delle malattie più antiche e più temute del mondo. Senza un rimedio efficace per gran parte della sua lunga storia, spesso ha causato terribili deformità. Si è anche pensato che fosse estremamente contagiosa. I pazienti erano abbandonati, costretti a vivere in isolamento e discriminati come proscritti. Nei primi anni 80, una cura efficace per la lebbra è diventata disponibile. La polichemioterapia ha trattato più di 14 milioni di persone ad oggi. Contrariamente alle credenze popolari, contrarre la lebbra è molto difficile. Con una diagnosi e un trattamento tempestivo, può essere curata dal punto di vista medico entro 6 o 12 mesi senza rischio di deformità. Il terrore della lebbra rimane ancora profondamente radicato. Perdurano alcune convinzioni errate, che essa sia “altamente contagiosa”, “incurabile”, “ereditaria”. Qualcuno la considera addirittura una “punizione divina”. L’ignoranza e l’incomprensione determinano pregiudizio e atteggiamenti discriminatori che rimangono fermamente radicati come costume e tradizione. Coseguentemente i pazienti, le persone curate e le loro famiglie soffrono lo stigma e la discriminazione. Questo limita le loro opportunità di educazione, impiego e matrimonio, e restinge il loro accesso ai servizi pubblici. Timorosi che parlandone produrranno ulteriore discriminazione, per molti anni le persone affette da lebbra, comprese le loro famiglie, sono state condannate al silenzio. Tale silenzio rinforza lo stigma che li circonda. Il mondo è rimasto indifferente alla loro condizione troppo a lungo. L’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dichiara che “tutti gli esseri umani sono nati liberi ed eguali in dignità e diritti umani”. Questo articolo, comunque è senza significato per le persone affette dalla lebbra, che continuano a soffrire la discriminazione. Ci appelliamo alla Commissione delle Nazioni Unite sui Diritti Umani per porre questo argomento nella sua agenda, e chiediamo che esso ispiri principi e linee guida che i governi seguano per eliminare ogni discriminazione contro le persone colpite dalla lebbra. Sollecitiamo ancora i governi a considerare seriamente questo tema e ad agire per migliorare la situazione presente con urgenza. Infine, chiamiamo le persone di tutto il mondo a cambiare la loro percezione e costruire un ambiente in cui i malati di lebbra, le persone curate e le loro famiglie possano condurre vite normali, libere dallo stigma e dalla discriminazione. 29 gennaio 2006 Firme: Jimmy Carter, ex Presidente degli Stati Uniti Vaclav Havel, ex Presidente della Repubblica Ceca Yohei Sasakawa, Presidente della Nippon Foundation Elie Wiesel, Presidente della Fondazione Elie Wiesel, premio Nobel per la Pace Dalai Lama, Premio Nobel per la Pace Olusegun Obasanjo, Presidente della Repubblica Federale di Nigeria Desmond Tutu, Arcivescovo emerito di Cape Town, Premio Nobel per la Pace

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