Formazione

Gli educatori frequentino i luoghi del consumo

Cnca. La denuncia: da otto anni il sistema è bloccato

di Redazione

Al termine di una campagna elettorale in cui per tacito accordo bipartisan le questioni eticamente sensibili (droghe, psichiatria, giovani ed emarginazione) sono state escluse dal dibattito e dal confronto, purtroppo solo la morte di un giovane alla periferia di Milano ha obbligato la politica a occuparsi di ?droga? almeno sui giornali.

Dalla Conferenza di Genova del 2000 il sistema di intervento sulle dipendenze non riesce ad organizzare un vero momento di confronto e aggiornamento condiviso, con la conseguenza di uno sviluppo delle comunità, dei servizi pubblici e delle nuove progettazioni così diverso e parcellizzato da non garantire più nemmeno le stesse prestazioni in tutta Italia. Un?evoluzione a macchia di leopardo che sta mettendo in discussione i diritti stessi delle persone tossicodipendenti.

Ad oggi solo dieci Regioni prevedono il riconoscimento delle strutture per l?accoglienza di persone in doppia diagnosi e con rette molto diverse (si va dai 63 euro delle Marche ai 149 del Trentino).

Ricordo come nove anni fa, in occasione della morte di Jannic alle porte di Brescia, la politica si impegnò, attraverso il protocollo tra il Silb e il ministero della Salute, ad attivare su tutto il territorio nazionale un sistema di unità mobili ed équipe specializzate per i contesti del loisir.

Quel progetto rimase presto lettera morta. L?attuale panoramica italiana ci rivela che sono appena 30 le esperienze che provano a contrastare l?utilizzo di sostanze direttamente nei luoghi di consumo. A quando un piano serio nazionale di intervento che abbia come obiettivo la messa a punto di nuove strategie?


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