Cultura

Ratzinger ricorda Wojtyla

Nel terzo anniversario della morte di Giovanni Paolo II

di Redazione

“Non abbiate paura, voi!”. Le parole dell’angelo della risurrezione, rivolte alle donne presso il sepolcro vuoto, ”sono diventate una specie di motto sulle labbra del Papa Giovanni Paolo II, fin dal solenne inizio del suo ministero petrino”. A ricordarlo e’ stato oggi Benedetto XVI, nella messa celebrata a tre anni dalla morte del suo predecessore: ”Le ha ripetute piu’ volte alla Chiesa e all’umanita’ in cammino verso il 2000, e poi attraverso quello storico traguardo e ancora oltre, all’alba del terzo millennio”, ha ricordato il Papa: ”Le ha pronunciate sempre con inflessibile fermezza, dapprima brandendo il bastone pastorale culminante nella Croce e poi, quando le energie fisiche andavano scemando, quasi aggrappandosi ad esso, fino a quell’ultimo Venerdi’ Santo, in cui partecipo’ alla Via Crucis dalla Cappella privata stringendo tra le braccia la Croce”. ”Non possiamo dimenticare quella sua ultima e silenziosa testimonianza di amore a Gesu”’, ha esclamato il Pontefice, secondo il quale ”anche quella eloquente scena di umana sofferenza e di fede, in quell’ultimo Venerdi’ Santo, indicava ai credenti e al mondo il segreto di tutta la vita cristiana”. Il suo ”Non abbiate paura”, ha spiegato il Santo Padre, ”non era fondato sulle forze umane, ne’ sui successi ottenuti, ma solamente sulla Parola di Dio, sulla Croce e sulla Risurrezione di Cristo”. ”Via via che egli veniva spogliato di tutto, da ultimo anche della stessa parola, questo affidamento a Cristo e’ apparso con crescente evidenza”, ha proseguito Benedetto XVI: ”Come accadde a Gesu’, pure per Giovanni Paolo II alla fine le parole hanno lasciato il posto all’estremo sacrificio, al dono di se’. E la morte e’ stata il sigillo di un’esistenza tutta donata a Cristo, a Lui conformata anche fisicamente nei tratti della sofferenza e dell’abbandono fiducioso nella braccia del Padre celeste. ‘Lasciate che vada al Padre, queste – testimonia chi gli fu vicino – furono le sue ultime parole, a compimento di una vita totalmente protesa a conoscere e contemplare il volto del Signore”.

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