1 marzo 2005 – Questa mattina, tra le ore 9.30 e le 11.30 locali, i Janjaweed hanno teso due agguati ai danni di mezzi di organizzazioni umanitarie in Darfur.
Il primo, andato a segno anche se fortunatamente senza conseguenze per le persone, ha preso di mira un mezzo di Oxfam, che è stato assalito a colpi d?arma da fuoco e derubato all?altezza del villaggio di Bulbul.
Nella stessa zona il secondo agguato, fallito, era diretto contro un veicolo del Cesvi, organizzazione umanitaria italiana impegnata in Darfur soprattutto nel settore “water and sanitation”.
Proprio intorno alle 11.30 l?auto del Cesvi è partita dall?ufficio di Nyala alla volta di Kass per proseguire i lavori di costruzione di pozzi nei villaggi. A bordo del veicolo, riconoscibile come mezzo umanitario da bandiere e distintivi, c?erano nove operatori locali del Cesvi, tutti operai addetti alla riabilitazione di pozzi, acquedotti e altre strutture idriche.
Dopo circa 4 km percorsi nel deserto, l?autista del Cesvi si è accorto della presenza ? a circa 200 metri di distanza ? di uomini armati pronti a tendere un?imboscata.
La prontezza dello staff ha consentito la fuga immediata e il veicolo del Cesvi ha fatto ritorno a Nyala senza subire danni a cose o persone.
In Darfur la situazione continua quindi ad essere molto tesa.
L?accordo di pace tra il governo del Sudan e i ribelli del sud (Spla) – firmato a Nairobi il 9 gennaio scorso dal primo vice-presidente sudanese, Ali Osman Mohamed Taha, e da John Garang, capo dei ribelli del Movimento popolare di liberazione del Sudan ? ha sancito la fine di un conflitto durato 21 anni, ma non ha preso in considerazione il Darfur.
In quest?area, grande quasi due volte l?Italia e situata nella parte occidentale del Sudan, è ancora in corso un violentissimo conflitto interno fra gruppi armati locali e milizie arabe filo-governative, note con il nome di “Janjaweed”.
Incendi, conflitti a fuoco, imboscate e agguati sono all?ordine del giorno in Darfur, ma in questa ennesima escalation di violenza ciò che colpisce è che i convogli umanitari, perfettamente riconoscibili come tali, siano diventati obiettivi di aggressione.
Dopo l?agguato il Cesvi ha prontamente richiesto l?intervento delle Nazioni Unite affinché, tramite elicotteri militari della African Union, gli altri veicoli umanitari in viaggio sull?asse Nyala – Kass fossero subito messi in condizioni di sicurezza. Infatti sulla stessa direttrice si stavano muovendo un secondo veicolo del Cesvi e un mezzo della ong Care.
Nel pomeriggio il coordinatore del Cesvi in Darfur, Francesco Dotto, è stato convocato da Barbara Contini, inviata speciale del Ministero degli Affari Esteri, nel proprio ufficio di Nyala.
Questo episodio conferma quanto l?emergenza in Darfur non solo sia drammatica, ma abbia bisogno di maggior attenzione e impegno a livello internazionale. A questo proposito, proprio stasera dal palco dell?Ariston di Sanremo Paolo Bonolis lancerà un appello a favore del comitato “SOS Darfur” promosso dalla Cooperazione Italiana, a cui partecipano le ong italiane impegnate in Darfur: Cesvi, Coopi, Cosv e Intersos.
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