Cultura

La mia conversione senza tv

Islam. Intervista a una giovane araba che ha scelto il cattolicesimo

di Giuseppe Frangi

Milanese d?adozione, 30 anni, genitori musulmani: «Dopo la scelta, intorno a me ho sentito comprensione»

Ha fatto molto colpo il battesimo di Magdi Allam per mano del Papa la notte di Pasqua. Una conversione ?ad effetto?, che rilancia un tema delicato: quello delle persone che, essendo musulmane, scelgono di abbracciare il cristianesimo. Come si arriva ad un passo del genere? E che conseguenze si devono mettere in conto? Vita ha rintracciato uno di questi casi. Si tratta di una giovane donna araba, che ha chiesto di mantenere, per riservatezza, l?anonimato. Vive a Milano, ha 30 anni. S. K. sono le sue iniziali.

Vita: Com?è arrivata alla conversione?
S.K.: Era un periodo in cui avevo bisogno di conforto, di sostegno, di comprensione, di amore… insomma qualcosa di grande. Una mia amica, cristiana praticante, con un cuore molto grande e generoso, con pazienza mi ha accompagnata nella preghiera e alla ricerca della guarigione dell?anima. È stato così che, dopo due anni, il mio cuore si è aperto e sono entrata in in contatto con Gesù. Ho sentito un calore, una presenza, un flusso spirituale mai sentiti prima. È stato qualcosa di inaspettato!

Vita: Com?è stata accolta questa sua scelta nell?ambiente familiare?
S.K.: Solo i miei familiari più stretti (padre, madre e sorella) sono al corrente di questa mia scelta. La situazione del mio Paese d?origine non mi ha permesso di correre il rischio di parlarne liberamente. Mio padre, musulmano praticante, ha accolto la mia scelta con grande entusiasmo, perché sentiva che ero felice e convinta, che stavo vivendo un momento particolare, di Grazia. «L?importante», mi disse, «è credere! Dio è Unico! Il tuo Dio è il mio Dio!»

Vita: Cosa è cambiato concretamente nella sua vita?
S.K.: Da quel giorno ho cominciato ad avere fiducia nella vita e tutto è cambiato. Il mio cuore si è aperto e ho vissuto un periodo di grazia per due anni! Andavo in chiesa tutti i giorni e sentivo la sua presenza. Ho conosciuto tante persone cristiane con cui ho condiviso momenti di preghiera e di riflessione.

Vita: Ritiene che il mondo musulmano debba aprirsi e lasciare spiritualmente più liberi i suoi fedeli?
S.K.: Credo che in generale tutte le religioni dovrebbero aprirsi alle altre religioni. La frase di mio padre mi ha colpita, non me lo aspettavo, ci ho riflettuto per tanto tempo… e credo abbia ragione. Ci sono diverse vie per incontrare Dio, per me la religione cristiana è stata quella di cui avevo bisogno per capire alcune cose, ma questo non esclude che ci siano altre vie. Se crediamo in un Dio unico, deve per forza essere lo stesso per tutti.

Vita: Ha conservato tante amicizie tra i musulmani?
S.K.: Piano piano ho raccontato la mia storia anche ad alcuni miei amici musulmani. Sono tutti stati molto tolleranti e aperti rispetto a questa scelta. Magari non la capiscono, ma non mi hanno mai giudicata. E tutt?oggi ho ottimi rapporti con loro.


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