Famiglia

Minori, concluso il VII incontro latinoamericano Molacnats

La corrispondenza da Bogotà di Cristiano Morsolin

di Redazione

?Per il riconoscimento sociale dell?infanzia e adolescenza in America Latina?: questo il titolo del VII INCONTRO LATINOAMERICANO MOLACNATS (www.molacnats.org ) – che raccoglie i movimenti sociali di tutto il continente uniti nella difesa dei diritti del bambino, ha chiuso i battenti sabato 22 marzo a Bogotà.
Si sono riuniti una trentina di adolescenti lavoratori ed educatori provenienti dal Perù, Ecuador, Colombia, Venezuela, Bolivia, Guatemala, Paraguay, che fanno parte dei movimenti di base, nati in Perù negli anni Settanta, detti NATs, che sta per Ninos y Adolescentes Trabajadores, bambini e adolescenti lavoratori. Piccoli lavoratori che si organizzano in prima persona per combattere lo sfruttamento, rivendicare diritti, organizzare sindacati. E per ritrovarsi e coordinarsi attraverso incontri come quello di Bogotà. Questi momenti assembleari sono condotti in prima persona dai ragazzi, sia nelle scelte riguardo i programmi che nella conduzione dei dibattiti e delle altre attività. Gli adulti accompagnano e supportano, ma non hanno diritto di voto e quindi non decidono; ci sono sessioni dei lavori in cui non possono neppure presenziare. A differenza di altre esperienze e organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti dei minori, i NATs sono contrari alla soppressione indiscriminata del lavoro minorile e criticano le legislazioni abolizioniste, in base alle quali i bambini sono stati tolti da situazioni di brutale sfruttamento ma, poiché comunque costretti dalle necessità materiali, si trovano spesso a finire in attività ancora peggiori. I NATs chiedono che il lavoro minorile venga piuttosto regolamentato secondo le possibilità dei bambini, senza cioè pregiudicarne lo sviluppo psicofisico, con spazi e tempi per il gioco e l?istruzione, eliminando ogni sfruttamento. Il lavoro non viene visto in opposizione alla scuola, ma come un valore e un elemento di formazione alla vita, oltre che un importante fattore di autostima.
Si tratta di un punto di vista realista e fondato nelle culture e condizioni sociali del Sud del mondo, che in Bolivia ha trovato uno storico riconoscimento nella Carta Costituzionale.
Lo scorso 10 dicembre l?Assemblea Costituente ha votato la Magna Carta della Bolivia e nell?articolo n. 61 si evidenzia che ?lo stato Boliviano proibisce il lavoro forzato e lo sfruttamento minorile. Le attività che realizzano i bambini, le bambine e gli adolescenti in ambito familiare e sociale sono orientate alla loro formazione integrale come cittadini e devono avere una funzione formativa. I loro diritti, garanzie e meccanismi istituzionali di protezione saranno oggetto di una regolamentazione speciale?.
Carmen Mamani ha 14 anni e lavora in un mercato popolare di Tarija, vendendo verdura; è orgogliosa di mostrare le foto della marcia del 10 dicembre: ?insieme a 500 NATs dell?organizzazione autonoma UNATsBO abbiamo marciato fino al Palazzo di Governo a La Paz affinché i nostri diritti siano riconosciuti nella Costituzione della Bolivia. Lottiamo per un lavoro in condizioni dignitose che ci consente di assumere responsabilità, organizziamo la nostra vita, amministriamo il nostro denaro che guadagniamo con sacrificio??.
In Paesi dove il lavoro è per l’ 80 per cento informale e lo Stato sociale è solo un auspicio, adulti e bambini sono in lotta per la sopravvivenza; per i Movimenti dei NATs condannare il lavoro minorile può portare ad accentuarne le condizioni di sfruttamento e di illegalità. Un lavoro adeguato all’ età è meglio che aspettare la carità o praticare la delinquenza; è uno strumento di affermazione di dignità della persona e li aiuta ad essere protagonisti della loro crescita.

E’ un messaggio controcorrente che Laila Villavicencio, adolescente peruviana di 15 anni di Piura, delegata del Movimento MNNATSOP che rappresenta ben 14.000 NATs del Peru, spiega a partire dalla sua esperienza di partecipazione e rappresentatività democratica in una sorta di parlamento infantile ?con cui lottiamo contro ogni forma di maltrattamento ed esclusione sociale. Crediamo che l?organizzazione sia uno strumento di protezione, per esigere e sviluppare capacità di cittadinanza attiva. Siamo attori sociali che rappresentano gruppi e movimenti popolari di base che non si limitano a parlare della partecipazione che proviene dalla filosofia ma costruiamo protagonismo come un nuovo stile di vita e di pensiero che fa nascere una nuova cultura dell?infanzia e adolescenza. Per esempio mercoledì 26 Marzo marceremo a Lima davanti al Ministro della famiglia MINDES per esigere di fermare le retate da parte della polizia nei confronti di adolescenti lavoratori di strada (una sorta di pulizia sociale in vista della Cumbre Iberoamericana del prossimo maggio). A giugno lanceremo l?Osservatorio sull?applicazione delle Raccomandazioni del Comitato della Nazioni Unite per i diritti dell?Infanzia di Ginevra che ha rivolto allo Stato Peruviano dopo un lavoro di lobbyng che come MNNATSOP abbiamo realizzato a Ginevra nel gennaio 2006 presentando un rapporto alternativo, con l?appoggio di Save the Children-Svezia?.

Questa lavoro di incidenza politica è stato al centro del dibattito di sabato 15 marzo durante una tavola rotonda con i vari delegati NATs che hanno ?bombardato? di domande e proposte Diana Noboa, segretaria della Comissione Diritti Umani del Senato della Repubblica colombiana che si è impegnata ad organizzare un?udienza pubblica al Senato per far incontrare i movimenti NATs con il Parlamento.

Ivonne Oviedo, pedagogista, lavora con i bambini della Fundaciòn ?Pequeño Trabajador? di Bogotà; lei stessa ha cominciato a lavorare quando aveva sette anni, spiega l?importanza dell?educazione per i NATs e il legame con il commercio giusto. ?Il nostro progetto coinvolge trecento bambini lavoratori, una trentina di educatori, ma noi preferiamo chiamarli «accompagnatori», molti dei quali sono stati a loro volta bambini lavoratori, e cinquanta genitori. Circa metà dei nostri bambini vengono da famiglie di sfollati, sia per la povertà che spinge la gente a cercare fortuna in città, le campagne sono sempre più sfruttate per le monocolture e i contadini restano senza terra e senza lavoro, sia a causa del conflitto. Una prima area su cui lavoriamo è quella politica, che consiste nello sviluppo di gruppi di NATs: al momento ce ne sono diciotto, sia a Patio Bonito che in altre località colombiane. Questi gruppi si uniscono, a livello locale, in un movimento che poi diventa regionale fino ad arrivare al Molacnats, Movimiento Latinoamericano y del Caribe de los Niños , Niñas y Adolescentes Trabajadores, e al movimento mondiale. L?altra area su cui lavoriamo è quella pedagogica. La scuola/laboratorio per i NATs, che in gennaio ha compiuto dieci anni di attività, nasce da una necessità sentita sin dall?inizio da alcuni bambini che lavoravano al mercato all?ingrosso di frutta e verdura Corabastos. Al momento nella scuola ci sono centotrenta bambini, ci sono anche dei corsi per i genitori. Poi c?è un servizio di biblioteca, molto importante perché con la lettura attiviamo la fantasia, che è necessaria per arrivare a una critica della realtà, della società attuale. Inoltre stiamo cercando di organizzare una Rete nazionale di educazione popolare, insieme ad altre associazioni che si occupano di educazione. Vorremmo iniziare un cammino per lavorare su politiche educative che tengano in conto i settori popolari, che costituiscono poi la maggioranza della popolazione. Infine lavoriamo sull?area produttiva: i bambini realizzano oggetti come biglietti di auguri, maschere e altri oggetti di artigianato con materiale riciclato; presto verranno prodotti anche articoli di legno e di bigiotteria, diffusi in Italia dalla centrale EQUOMERCATO di Cantù?.
Nel suo ultimo viaggio in Europa Ivonne è stata intervista a Roma da Unicef Italia che ha pubblicato un apposito articolo nell?ultimo numero di ?Il Mondo Domani? (http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1065).

Angel Gonzalez, coordinatore del Movimento Latinoamericano MOLACNATs ha dichiarato che?questo incontro latinoamericano ha analizzato i percorsi e i processi di cambiamento dal basso delle varie organizzazioni in questi ultimi anni. Il Movimento sociale MOLACNATs ha partecipato attivamente alla costruzione di una nuova visione dei diritti dell?infanzia e adolescenza dei settori maggiormente esclusi, attraverso incontri alle Nazioni unite ? UNGASS, con la presentazione di rapporti alternativi presentati al Comitato Onu dei diritti dell?Infanzia di Ginevra (come dimostra la positiva esperienza del Peru), con la costruzione di reti nazionali per la difesa dell?infanzia e adolescenza nel suo insieme (come dimostra la positiva esperienza del Peru e Paraguay), nella relazione con organismi europei di cooperazione come PRONATs (www.pronats.de) in Germania e Italianats (www.italianats.org) in Italia, di incidenza politica come lo storico riconoscimento della Carta Magna della Bolivia?, conclude Angel Gonzalez che per 3 anni ha coordinato l?Istituto venezuelano PRONATs del Governo Chavez per la difesa e protezione della salute e del protagonismo dell?infanzia lavoratrice, programma pilota menzionato nell?ultimo rapporto del Comitato Onu dei diritti dell?Infanzia di Ginevra, segnalato come best practis? .

Durante il suo VII incontro continentale, il Movimento Latinoamericano MOLACNAT ha elaborato un calendario di mobilitazioni dove si menziona in Perù la marcia del 26 marzo contro la repressione della polizia, in aprile in Paraguay la presentazione di proposte per l?infanzia al candidato presidenziale Fernando Lugo, ex-vescovo, a giugno a La Paz una cumbre con il Ministro del Governo di Evo Morales per le relazioni con i movimenti sociali per condividere il percorso dell?Assemblea Costituente, a ottobre il progetto gestito dai gesuiti ?Muchacho Trabajador? di Quito realizza un?assemblea per approfondire la questione del lavoro minorile da presentare all?Assemblea Costituente.
Durante i primi due giorni di seminario internazionale di apertura (14 e 15 marzo nella prestigiosa Università dell?Externado di Bogota) Juan Enrique Bazan, coordinatore del progetto dell?Ong SAVE THE CHILDREN Svezia a Lima che sostiene a livello latinoamericano i Master universitari di cultura dell?Infanzia, ha denunciato che la cooperazione internazionale dell?Europa ha esaurito il suo flusso verso l?America Latina, privilegiando ora altre aree. ?Il denaro continua ad accumularsi al Nord del Mondo ma noi dobbiamo distribuire la conoscenza. Dobbiamo costruire una scuola di pensiero sull?infanzia qui in America Latina, come patrimonio intellettuale del Sud, realizzando un?alleanza tra i movimenti NATs e il mondo accademico. Gli organismi internazionali spesso non comprendono la realtà. Per esempio oggi si vuole intraprendere una nuova guerra del secolo XXI controllando l?acqua e la biodiversità della Conca Amazzonica, oggi difesa dalle comunità indigene. La Organizzazione Internazionale del Lavoro ha commissionato al Centro di Investigazione Amazzonica dei gesuiti uno studio sul lavoro minorile dove emerge il legame culturale del lavoro con la cosmovisione indigena e per questo l?OIT l?ha censurato e non pubblicato? Per questo dobbiamo unire il sapere pratico con quello accademico, per renderlo valido. E? una costruzione sociale dove il pensiero sulla pratica sociale ed educativa costruisce un nuovo paradigma della cultura dell?infanzia?.


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