Come una ?brava ragazza? italiana, incensurata, possa diventare spacciatrice: l?ha raccontato S., una giovane donna in carcere a Venezia: «A vent?anni mi è capitato di passare un Capodanno con una compagnia che avevo conosciuto da poco, e lì ho provato la cocaina perché tutti la usavano. Ho visto subito che mi faceva stare in un modo diverso da come sono io di solito, mi faceva sentire forte, sicura di me, senza timidezze. E così ho cominciato a usarla ogni sabato sera, ma ben presto non riuscivo più a stare senza, e però continuavo a dirmi: quando voglio smetto. Così in pratica mi sono mangiata tutto quello che avevo risparmiato. Poi gente che conoscevo, italiani, mi ha fatto la proposta di spacciare, perché tutti sapevano che io ero ormai senza soldi e non potevo restare senza coca. Con la scusa che io e il mio ragazzo eravamo persone ?regolari?, con le facce pulite, mi hanno detto: se spacci per me io ti do più roba di quella che devi consegnare e ne fai quello che vuoi. La mia doppia vita però è durata poco, quasi subito mi hanno arrestata. I ragazzi giovani come me spesso non si rendono conto di quello a cui vanno incontro, adesso sono cavoli amari anche se ti fermano con un grammo, ma a loro non interessa perché si sentono forti, però non è che sei forte perché hai un grammo di cocaina. Ma come farglielo capire? Io quando l?ho capito non ero già più in grado di fermarmi».
- QUI VERONA
Arrivano in Italia da giovanissimi, spesso non accompagnati, facilmente finiscono nel giro della piccola criminalità e poi nel carcere minorile. Gli italiani, se commettono reati, riescono più facilmente a evitare il carcere, ma comunque una volta entrati nel circuito penale rischiano di restarci impigliati dentro. Di questi ragazzi si è parlato nel convegno Il minore autore di reato. Percorsi. Temi. Responsabilità, organizzato dalla Comunità San Benedetto dell?Istituto Don Calabria (Verona), che ha messo a confronto esperti per capire come garantire la formazione e l?accesso al mondo del lavoro nei giovani che sono o sono stati detenuti.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.