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Caro ministro, qui da noi la legge è stata un flop

Il dopo istituti. L’emergenza minori in Calabria

di Redazione

L?affido è rimasto al palo, le case famiglia sono vuote, il terzo settore impotente. Risultato: ragazzi allo sbaraglio. E la malavita ringrazia…

Ad un anno dall?applicazione della legge n. 149 del 2001, meglio conosciuta come la legge che ha sancito in Italia la chiusura degli istituti e degli orfanotrofi, cos?è cambiato in Calabria? Quali i benefici apportati?È strana la Calabria, tra le regioni più povere e più contraddittorie, eppure le risorse destinate alla protezione sociale sono tra le più basse d?Europa. Nell?area ?famiglia e minori? la spesa media pro capite del 2004 varia tra i 36 euro del Sud e i 135 euro del Nord – Est (con un minimo di 24 euro in Calabria e con punte di 282 euro in Valle D?Aosta e 219 in Emilia Romagna), ma di questo non c?è mai traccia nei programmi, nelle priorità dei suoi amministratori.

I minori, si sa, non votano e i poveri, occorre anche ammetterlo, non hanno mai costituito un?attrazione irresistibile per nessuno, forse.Il ministro Ferrero in una sua recente uscita ha definito la sopracitata legge «un successo» ammettendo che «tanto resta ancora da fare» (meno male). In Calabria i minori, intanto, sono lasciati allo sbaraglio, ci si accorge di loro solo quando la combinano grossa o per qualche disgrazia che accade loro (come è accaduto, in Puglia, per la tragica storia di Ciccio e Tore).

Occorreva creare e potenziare l?istituto dell?affido, ancora a livelli molto bassi nel nostro contesto; potenziare le case-famiglia, svuotate nel frattempo non perché mancherebbero i bambini, cosa di cui tutti saremmo ben contenti, ma per la mancanza di fondi e per l?indifferenza delle istituzioni; incentivare i centri diurni; realizzare servizi alternativi.

Niente di tutto questo. La stessa professionalità degli operatori del settore e la vitalità degli organismi del terzo settore (coop sociali, associazioni ecc.) viene sistematicamente mortificata, non considerati nei loro diritti più elementari e nelle loro prerogative sancite dalla legge ma, ciò che è più grave, è che tanti bambini/e a rischio, privi di un?autentica famiglia, sono lasciati nella solitudine più assoluta, in balìa degli eventi e in attesa di essere assoldati da chi trae massimo beneficio e linfa da tale situazione: la malavita organizzata ringrazia, esponendo tutta la società a rischi altissimi.

Altro che successo, la invitiamo signor ministro a verificare le reali situazioni in cui attualmente versano i minori della nostra regione e ci consenta di far nostro il grido a favore dell?infanzia lanciato da Benedetto XVI in occasione dell?Angelus di qualche domenica fa: «Prendiamoci cura dei piccoli! Bisogna amarli e aiutarli a crescere. Lo dico ai genitori, ma anche alle istituzioni».

Più che l?applicazione rigida di una legge, per quanto perfetta nella teoria, ci interessa il reale bene dei bambini e delle bambine che non hanno la fortuna di una vera famiglia. Forse chiediamo troppo.


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