Formazione

La salvezza abita sotto un tendone da circo

Tre domande alla scrittrice Milena Magnani

di Redazione

Anche lei da bambina mise insieme un piccolo circo. La stessa esperienza di magia e di riscatto che ora racconta in Il circo capovolto, ambientato in un campo rom. Milena Magnani nel circo ci crede davvero: «È incredibile come il corpo di questi bambini lì ritrovi fierezza».

Lei va davvero nei campi?
Certo. All?inizio volevo capire perché il circo è scomparso, poi mi hanno conquistato le storie delle persone. Misurarsi con l?immigrazione, con persone diverse, è inevitabile: puoi subire la realtà in maniera passiva o andarle incontro.

Branko, il maestro, non è un modello di vita: come mai?
Se vuoi mantenere un valore sociale, anche nel romanzo, non puoi non essere aderente alla realtà. La realtà è che nei campi c?è una urgenza di risposta ai bisogni primari che rende queste persone insieme vittime e attori di criminalità.

Perché usa frasi non tradotte?
Il primo passo per creare una società interculturale è accettare di convivere con le differenze, linguistiche e non, senza la pretesa di voler capire tutto dell?altro, ma accontentandosi di intendersi sulle cose importanti.


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