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Cosa hanno fatto in un anno i G8 per l’Africa?

Un anno fa a Kananaskis i G8 varavano l'ambizioso Piano di Azione per l'Africa. Azione Aiuto ed ActionAid presentano un rapporto per capire se dalle parole si è passati ai fatti.

di Action Aid International

I G8 non sono all’altezza delle responsabilità che hanno nei confronti dell’Africa. Ancora una volta, i G8 scaricheranno le loro responsabilità sui paesi in via di sviluppo, che dovranno creare al loro interno le condizioni per attirare i capitali ed affinché la democrazia possa svilupparsi. Queste sono le conclusioni contenute nel rapporto di Azione Aiuto Fra Promesse e Realtà, che esamina sistematicamente le promesse fatte lo scorso anno a Kananaskis con il Piano di Azione per l’Africa. Le conclusioni del G7 finanziario di qualche giorno fa sono conferma di questa valutazione.

Il rapporto prende in considerazione una per una le otto aree di intervento identificate come prioritarie nel Piano ed esamina le conseguenti iniziative intraprese dai G8. Azione Aiuto ed ActionAid chiedono ai paesi dei G8 che collettivamente e individualmente prendano delle iniziative adeguate alle loro responsabilità.
Le azioni più urgenti sono:
· per la Francia, la Germania: non opporsi alla riduzione dei sussidi all’agricoltura dell’UE;
· gli Stati Uniti: non opporsi all’accordo sui TRIPs e sui medicinali, slegare l’aiuto allo sviluppo, incrementare le risorse per l’Africa;
· per la Gran Bretagna: mostrare impegno a favore del Fondo Globale per la salute e della Fast Track Initiative per l’istruzione, non spingere per l’introduzione di new issues nella riunione Ministeriale del WTO di Cancun;
· per l’Italia: prendere degli impegni reali per aumentare e slegare le risorse per l’aiuto allo sviluppo destinate all’Africa;
· per il Giappone, l’Unione Europea e gli Stati Uniti: ridurre i sussidi interni all’agricoltura.

L’Africa rimane ancora “una ferita aperta nella coscienza del mondo” come Tony Blair aveva denunciato nel 2001. Ciò che è necessario adesso non è un altro Piano di Azione, ma un progresso reale negli impegni presi. E il progresso ha bisogno di essere misurato. “Azione Aiuto ed ActionAid hanno dovuto constatare che i paesi del G8 non hanno preso alcuna iniziativa collettiva per dar conto pubblicamente dei progressi nella realizzazione del Piano di Azione per l’Africa. Questo è il motivo per cui abbiamo pubblicato questo documento, che avremmo sperato non fosse necessario” denuncia Luca De Fraia, Responsabile Analisi e Strategie di Azione Aiuto.

Il testo integrale del rapporto è disponibile sul sito di Azione Aiuto all’indirizzo: www.azioneaiuto.it/____________.htm

Per maggiori informazioni e per interviste contattare:
· ad AnneMasse-Evian: Chiara Guerzoni – tel +39 347 0679441 – chiarag@azioneaiuto.it
· a Milano: Stefania Donaera – tel +39 02 742001 – stefaniad@azioneaiuto.it

G8 high points and low points, il meglio ed il peggio dei G8

Canada
High point: risorse per l’aiuto allo sviluppo incrementate del 31% e allocazione di metà delle risorse dell’extra all’Africa.
Low point: non ha ancora erogato il suo impegno finanziario al Trust Fund dell’HIPC.

Francia
High point: tra tutti i paesi del G8, eroga la quota maggiore di aiuto allo sviluppo in rapporto al PIL, lo 0,36%.
Low point: si oppone alla riduzione dei sussidi all’agricoltura dell’Unione Europea.

Germania
High point: il terzo donatore più grande al mondo in termini di quantità.
Low point: si oppone alla riduzione dei sussidi all’agricoltura dell’Unione Europea.

Italia
High point: il solo paese che nel 2002 ha versato un contributo al Fondo Globale per la salute in proporzione alla quota detenuta di ricchezza mondiale.
Low Point: l’aumento attuale delle risorse per l’aiuto allo sviluppo è per la maggior parte il risultato degli accordi di cancellazione del debito.

Giappone
High point: il secondo donatore più grande al mondo in termini di quantità di risorse per l’aiuto allo sviluppo.
Low point: sussidi interni all’agricoltura molto alti.

Federazione Russa
High point: il solo paese ad avere abolito gli obblighi doganali e le restrizioni quantitative sulle importazioni dai paesi meno sviluppati (LDCs).
Low point: nessuna risorsa aggiuntiva per l’aiuto allo sviluppo, né versate né impegnate.

Gran Bretagna
High point: importante ruolo di attività di peacekeeping in Sierra Leone; importanti sforzi diplomatici sul Sudan, Repubblica Democratica del Congo e Burundi. Ha lanciato la proposta per l’International Finance Facility.
Low point: debole nella Fast Track Initiative per l’istruzione e nel Fondo Globale per la salute.

Stati Uniti
High point: il maggior contribuente al Fondo Globale per la salute e nel training per attività di peacekeeping.
Low point: il solo paese a bloccare l’accordo che avrebbe permesso ai paesi meno sviluppati (LDCs) di importare farmaci generici.

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