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Chi governa davvero un associazione “adulta”

Gestione.I diversi ruoli di dirigenti e soci dopo lo start up

di Redazione

Il direttivo della nostra associazione culturale, formato sulla carta da cinque persone regolarmente elette, è stato da subito e consensualmente ampliato ai soci volontari che vi volessero partecipare. Ciò è avvenuto senza eludere le regole associative e i diritti dei soci per due motivi. Primo, il direttivo allargato ha abbandonato il principio del voto in favore di un approccio di tipo consensuale: una decisione è presa se è condivisa da tutti i presenti. Secondo, il direttivo allargato è aperto a tutti i soci che desiderano partecipare attivamente alla vita dell?associazione. Nei primi anni abbiamo avuto carichi di lavoro gravosi e tempi di discussione lunghi, compensati però da una reale attenzione alla condivisione dei problemi, alla suddivisione dei compiti e alle dinamiche relazionali interne. Oggi però ci troviamo a gestire un?organizzazione che si è sviluppata, portando a un incremento del livello di complessità di gestione amministrativa, economica, relazionale, politica, e via dicendo. L?assetto organizzativo con cui siamo partiti con entusiasmo tradisce limiti che iniziano a pesare. Come uscirne? Un?associazione in crisi

D'all?assemblearismo all?anarchia il passo è breve. La vostra situazione rispecchia le caratteristiche di una organizzazione che passa da una fase di start up a una più strutturata e organica nelle modalità operative e di raggiungimento degli scopi sociali. Se in una prima fase la capacità di creare partecipazione e condivisione tra gli associati, e in particolare tra i volontari, è stato il vostro punto di forza, adesso che la base associativa ha assunto dimensioni rilevanti rischia di compromettere alcuni passaggi formali previsti dallo statuto.

La conseguenza potrebbe essere rilevante nei confronti di chi all?interno dell?organizzazione ha responsabilità (anche civilistiche) connesse ai ruoli formali definiti dallo stesso statuto. Con lo statuto sono stati definiti ruoli e compiti delle strutture interne dell?associazione: presidente, direttivo e assemblea dei soci, che – da quanto descritto – non sembrano messi in discussione. Ed è, in questo senso, importante partire da alcuni importanti principi che vi contraddistinguono come volontariato organizzato: trasparenza verso l?esterno rispetto agli obiettivi da raggiungere; tensione valoriale che anima le scelte dell?organizzazione; valori etici e finalità condivise.

Si pone quindi il problema da una parte su come continuare a riconoscere e dare legittimità a una partecipazione diffusa tra i soci, dall?altra su come tutelare i processi decisionali formali dell?organizzazione. Si tratta di un passaggio non facile, anche perché in questo senso non c?è una soluzione generale valida per tutti i soggetti, come dire ?da manuale?.

Nel vostro caso è opportuno che si avvii una verifica delle modalità formali e informali attraverso le quali si sviluppa il processo decisionale e quindi quali siano i luoghi riconosciuti attraverso i quali promuovere la partecipazione dei soci alla vita dell?organizzazione (es. organi consultivi, deleghe, gestione e coordinazione delle risorse). Gli aspetti formali già definiti tramite lo statuto dell?organizzazione in questa fase potrebbero non essere più sufficienti, anche se comunque restano – per forza di cose e di legge – necessari.

Inoltre è opportuno porre un?attenzione particolare alla possibile sovrapposizione tra livello decisionale e livello gestionale: per esempio si pone la necessità di una maggiore sottolineatura delle responsabilità dei soci volontari rispetto ad alcune funzioni meramente gestionali. È fondamentale che in tali verifiche siano tutelati i principi sopra menzionati e quelli della l. 266/91 sul volontariato che richiamano alla democraticità della regolamentazione dei rapporti interni.

C?è da tener presente che, anche quando non si governa un?organizzazione secondo schemi stabiliti, comunque si porta avanti l?ente, anche se forse non in modo adeguato. Proprio per questo pensare alla ?governance? vuole anche dire fare meglio terzo settore.

Il punto
Quale governance?
Governance nel volontariato: identità e modelli è il titolo del forum organizzato dal Ciessevi, in collaborazione con laProvincia di Milano, in programma martedì il 18 marzo 2008, alle 18, nella sua sede di Milano, piazza Castello 3. Iscrizioni: www.ciessevi.org


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