Sostenibilità

Il testo unico sull’ambiente. Legge “monstrum”, Opera incompiuta

Il codice voluto dal governo Berlusconi è stato riscritto solo in parte. E fa ancora danni (di Lucia Ambrogi).

di Redazione

Un?eredità pesante, il Testo unico (dlgs 152/06 «Norme in materia ambientale») voluto dal governo Berlusconi, un ?colpo di mano? normativo con cui, con il pretesto del riordino, erano state abrogate gran parte delle leggi ambientali consolidate, frutto di decenni di impegno, esperienze e contributi importantissimi. Il testo del decreto ha prodotto pessimi risultati, primo fra tutti l?abbassamento degli standard di qualità esistenti nella pianificazione, programmazione, progettazione, monitoraggio e controllo degli interventi in campo ambientale. Gravissimo anche il contrasto con le norme comunitarie relative ai principi di precauzione, di prevenzione e di riduzione del danno. Il governo Prodi avrebbe dunque dovuto mettere in atto un percorso di revisione celere e spedito, così come previsto dal programma dell?Unione, nel quale ci si impegnava ad elaborare tempestivamente le misure necessarie per annullare i rischi e le storture contenute nel codice. Ci si aspettava un atto deciso e concreto del governo. Invece il decreto 152/06 è stato valutato da gran parte degli esponenti dell?esecutivo solo alla luce del parametro dello sviluppo economico. Il percorso di riforma del testo ha visto in maniera evidente prevalere degli interessi particolari di alcuni settori e lobby aziendali sugli interessi generali, tanto da rendere contrattabili anche diritti inalienabili come la tutela della salute e dell?ambiente.Il ministro dell?Ambiente, non appena insediato, ha costituito un gruppo di lavoro (Comitato di studio) costituito da esperti che, a titolo gratuito, avrebbero dovuto redigere i testi di riforma del Codice. Il lavoro di due anni concretamente ha portato all?emanazione di due decreti correttivi, uno relativo alla proroga delle Autorità di Bacino e l?altro, più complesso, di modifica della parte rifiuti e autorizzazioni (Via, Vas, Ippc) sanando alcune procedure di infrazione. Le modifiche approvate al decreto sono importanti ma insufficienti. Nel mese di aprile scadrà la delega per la riforma del Codice, e le parti non riformate (acque, danno ambientale, bonifiche) continueranno a produrre danni.L? auspicio del WWF è che si riprenda il confronto, interrotto in questi anni, per la migliore definizione delle politiche e delle norme ambientali.

Lucia Ambrogi
Ufficio Legale WWF Italia


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