Non profit

Un’agenzia per le adozioni internazionale in Piemonte.

Amici dei bambini chiede il ritiro della legge alla regione.

di AiBi

La regione Piemonte vuol fare adozione internazionale. E’ infatti attualmente all’ esame della 1V commissione del consiglio regionale il disegno di Legge di istituzione dell’ agenzia regionale per l’adozione internazionale (DDL n.203). Si tratterà di un organismo regionale che gestirà direttamente le pratiche di adozione,svolgendo gli stessi compiti fino ad oggi già affidati agli enti autorizzati operanti in Piemonte. Quale necessità ha determinato questo intervento diretto della Regione nello svolgimento delle pratiche di adozione internazionale? Perché l’ente pubblico vuole inserirsi nella gestione di un servizio che è già erogato dagli enti autorizzati e non utilizza, invece, tutte le sue energie nella promozione della cultura dell’adozione internazionale e nel sostegno agli enti autorizzati per la realizzazione di progetti di Cooperazione internazionale? La costituzione in una agenzia regionale per l’adozione internazionale, con tutte le spese di amministrazione che inevitabilmente comporterà, rappresenta un esempio di sperpero del denaro pubblico, se si considera che in Piemonte sono attualmente operanti ben 17 enti autorizzati. Forse si sta insinuando, in modo nemmeno tanto celato, che questi ultimi, pur avendo ricevuto e mantenuto l’autorizzazione da parte della commissione per le adozione internazionali, non siano in grado di fornire un servizio che risponde alle finalità indicate dalla legge? “Forse la Regione Piemonte non si fida delle scelte operate dalla stessa commissione in ordine all’autorizzazione degli enti chiamati a gestire le pratiche di adozione internazionale?” sostiene il presidente di Amici dei bambini Marco Griffini. “ Vogliamo conoscere le motivazioni che stanno alla base di questo provvedimento e quali siano queste presunte e ingiustificate mancanze degli enti autorizzati” prosegue lo stesso Griffini. L’invito che amici dei bambini rivolge alla regione Piemonte è molto chiaro: ritirare il disegno di legge ed aprire un sereno confronto con tutti gli enti autorizzati operanti sul territorio Piemontese.


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