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Pedofilia, Telefono Azzurro: agire oltre le emozioni con interventi efficaci
A Roma parte il primo corso di formazione antipedofila per insegnanti delle scuole medie inferiori: un progetto di Telefono Azzurro e Ministero della Pubblica Istruzione.
“Una situazione criminale che fa scandalo solo agli occhi di chi ignora quanta e quale sia la portata della pedofilia sommersa nel nostro Paese”. Lo afferma il Telefono Azzurro che nel commentare l’operazione antipedofilia dei Carabinieri di Roma punta il dito sulla mancanza in Italia di uno studio attento e consapevole del fenomeno, che vada oltre i clamori della cronaca per attivare invece canali di informazioni, ricerca e azione degni di questo nome.
“In Francia – ha fatto rilevare il Presidente di Telefono Azzurro Ernesto Caffo – su una popolazione di età compresa fra 0 e 14 anni pari a 11 milioni, 4.800 minori di 18 anni hanno subito abuso sessuale. Nel Regno Unito, con le stesse percentuali di età fra 0 e 14 anni, si parla di 5.600 abusi sessuali a danno dei minori di 18 anni. Nel nostro Paese, invece, con più di 8 milioni di cittadini fra 0 e 14 anni, le violenze sessuali vengono stimate a 500-600 casi. In Italia si parla di centinaia di casi, all’estero si ragiona con uno zero in più. Non è che in Italia il problema sia minore: è che altrove una maggiore cura e cultura del fenomeno permette di leggere con più precisione la sua gravità.
D’altra parte – ha ammonito Caffo – occorre prestare attenzione anche al problema opposto; non si possono vedere mostri tutte le volte che c’è un bambino di mezzo, ma bisogna saper riconoscere e studiare il problema in ogni suo aspetto: di qui la necessità di formare e preparare gli “addetti ai lavori”, a cominciare dal mondo della scuola, dove proprio quest’ultimo caso è esploso.
Telefono Azzurro quotidianamente fa la sua parte da quindici anni, senza clamori, nel prevenire e contrastare l’abuso all’infanzia, sia con il Centro Nazionale di Ascolto Telefonico, che ha ricevuto mezzo milione di telefonate nello scorso anno, sia nella formazione degli operatori scolastici e di tutte le Agenzie che si occupano di minori.
Inoltre, proprio in questi giorni, sta partendo il primo corso di prevenzione dell’abuso per insegnanti delle scuole medie di Roma e Provincia, reso possibile proprio dal protocollo d’intesa stipulato dal Telefono Azzurro e dal Ministero della Pubblica Istruzione. Verrà utilizzato a tal fine anche il video “Lezioni di fiducia”, realizzato da Telefono Azzurro e dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna. Il primo incontro è fissato per venerdì 25 maggio alle ore 9.30 presso la sala convegni del Provveditorato agli Studi di Roma, via Pianciani n.32.
Un’altra risposta efficace, operativa, concreta di prevenzione e lotta alla pedofilia per tutti i genitori, gli stessi bambini e gli operatori dei servizi socio-educativi e sanitari di Roma e Provincia,
è quella offerta dal Tetto Azzurro-Centro Provinciale “G.Fregosi”, la prima struttura di accoglienza per minori vittime di abuso, istituito dalla Provincia di Roma e dal Telefono Azzurro.
Un lavoro quotidiano, spesso condotto in silenzio, e senza clamori, ma che sta dando risultati efficaci. Sono più di 100 i bambini e le bambine, con i relativi nuclei familiari, di cui Tetto Azzurro si è preso cura a livello di accoglienza, trattamento, diagnosi e sostegno sul territorio provinciale di Roma, migliaia le telefonate giunte sulla linea telefonica e raccolte presso lo Sportello di ascolto, in cui operano assistenti sociali, consulenti legali, e psicologi specializzati.
Il Centro, operativo da poco meno di due anni, oltre a fornire una serie di servizi di consulenza alla Magistratura ordinaria e minorile e ai servizi sociosanitari del territorio, raccoglie infatti anche segnalazioni di singoli casi mediante una linea telefonica dedicata (06.44.29.26.05) e con un servizio di emergenza attivo 24 ore su 24.
Telefono Azzurro collabora anche a livello europeo nell’elaborazione di strategie di prevenzione del fenomeno dell’abuso e di accoglienza ai bambini abusati: ma molto si dovrebbe ancora fare e solo il potere pubblico può farlo”.
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