Sostenibilità

Energia e parchi, il vero rilancio non c’è stato

L’economista. Intervista a Tonino Perna.

di Elisa Cozzarini

Incentivi per il fotovoltaico a parte, questo governo non sembra aver fatto molto, per lo meno di visibile ai cittadini, per l?ambiente. È questa in sintesi l?opinione dell?economista e sociologo Tonino Perna.
Ecomondo: Professor Perna, ma in così poco tempo cosa si poteva fare di più?
Tonino Perna: Saremmo ingiusti se giudicassimo l?esecutivo uscente in base ai risultati ottenuti in meno di due anni. Ci vuole un po? solo per capire come muoversi e diventare operativi. Ma il primo anno c?è stata una situazione di immobilismo totale. Il secondo si è cominciato a fare qualcosa, ad esempio dal punto di vista degli accordi internazionali, con la firma del trattato post Kyoto. Ma è molto poco rispetto all?emergenza ambientale.
Ecomondo: Da ex presidente del Parco nazionale dell?Aspromonte, come giudica l?operato sulle aree protette?
Perna: Non c?è stato il cambiamento netto che ci si aspettava da un ministro verde come Pecoraro Scanio. Le assicuro che Matteoli ha distrutto i parchi: ha tolto risorse e frapposto ostacoli burocratici inutili. Sicuramente non si poteva fare peggio di così. Noi però ci aspettavamo una vera politica di rilancio, che non c?è stata. Sono critico anche sul superamento dei commissariamenti, perché si è seguita una logica speculare a quella di Matteoli. A gestire i Parchi sono stati nominati uomini di partito e non ambientalisti, non esperti con competenze tecniche adeguate.
Ecomondo: Almeno per le energie rinnovabili un passo avanti c?è stato, giusto?
Perna: Solo per il solare. Non è poco, certo. Oggi l?Italia sta seguendo l?esempio della Lombardia, Regione trainante per l?uso del fotovoltaico. Ma manca un piano energetico serio. È grave che non si sia parlato dell?eolico, su cui secondo me bisogna investire. È una sciocchezza ostacolare la costruzione di centrali eoliche invocando l?argomento della sostenibilità ambientale. Basta non costruirle in luoghi di interesse culturale e paesaggistico. Invece di incentivare le rinnovabili si finisce per tornare a discutere del nucleare. Ma anche volendo, ci vorrebbero dieci anni per produrre di nuovo energia nucleare. E intanto cosa si fa, in un Paese come il nostro, totalmente dipendente dal petrolio?
Ecomondo: Altra grave questione è quella dei rifiuti…
Perna: Il punto è che il decreto Ronchi del 1997, apprezzato a destra e a sinistra, resta ancora male applicato. In discarica dovrebbe finire solo la parte di rifiuti non differenziata e non bruciata. La costruzione degli inceneritori è bloccata e non si danno alternative. Nemmeno questo governo ha introdotto incentivi ai Comuni per la differenziata o sanzioni a chi continua a non farla. È poi gravissimo che al Sud, anche dove si fa la racconta differenziata, una parte finisce comunque in discarica per la mancanza di filiere complete per il riciclo.
Ecomondo: Cosa si aspetta dal prossimo esecutivo?
Perna: Mi auguro solo che non sia peggio di questo.


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