Politica

Zimbabwe, l’Onu contro Mugabe, ma la Cina lo difende

Mentre Tsvangirai è ancora nascosto nell'ambasciata olandese, continuano le prese di posizione dei paesi occidentali e africani contro lo Zimbabwe. Ma i cinesi non ci stanno.

di Redazione

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, riunito a porte chiuse, ha condannato all?unanimità il governo dello Zimbabwe per la «campagna di violenza» che il regime di Mugabe sta conducendo nei confronti dell?opposizione. Secondo il Consiglio con un tale comportamento si rende impossibile lo svolgimento di un?elezione presidenziale trasparente. I quindici membri dell?organismo più importante delle Nazioni Unite non hanno però trovato un accordo per introdurre nel documento ciò che la Gran Bretagna richiedeva, cioè una dichiarazione con cui l?Onu considerasse Morgan Tsvangirai, leader del Movimento per il Cambiamento Democratico, come presidente legittimo dello Zimbabwe fino a quando non si terranno elezioni regolari.

Il provvedimento dell?Onu accusa il governo di Mugabe di aver negato agli avversari il diritto di fare campagna elettorale liberamente e lo invita a porre fine alle violenze, alle intimidazioni e alle limitazioni del diritto di convocare assemblee, liberando gli esponenti politici incarcerati. Si tratta di una versione molto più debole rispetto alla bozza presentata dai britannici, che imputavano la crisi del paese direttamente al presidente. La scelta di ammorbidire il documento è stata dettata dall?esigenza di non scontrarsi con l?opposizione del Sudafrica, da tempo vicino al governo dello Zimbabwe, e soprattutto a Cina e Russia, che, come membri permanenti del Consiglio, avrebbero potuto porre il veto.

Tsvangirai rifugiato nell?ambasciata olandese
Intanto ieri si è diffusa la notizia che Morgan Tsvangirai si sarebbe rifugiato presso l?ambasciata olandese di Harare per evitare di essere arrestato dai soldati. A confermare questa voce sono stati prima il ministro degli esteri olandese, poi il presidente del Senegal, Abdoulaye Wade, secondo cui Tsvangirai avrebbe ricevuto da alcuni amici una soffiata sull?arrivo dei militari e sarebbe riuscito a fuggire dalla sua abitazione pochi minuti prima del loro arrivo.

Intanto Tsvangirai ha fatto sapere che tra oggi e domani lascerà l?ambasciata olandese. Ma il timore di un arresto, o di un pestaggio, potrebbe trattenerlo ancora.«Spero che mantengano le promesse» ha affermato il leader dell?opposizione alla radio olandese Nos. «È un regime che agisce irrazionalmente, con violenza sfrenata. Per questo della loro parola non ci si può fidare»

I leader africani attaccano Mugabe
Wade ha affermato di aver tentato di trovare una soluzione alla crisi dello Zimbabwe invitando i due contendenti a formare un governo di unità nazionale. Secondo il presidente senegalese sono scarse le possibilità che ciò si realizzi. Quella di Wade non è la prima critica che il presidente Mugabe riceve da un altro suo pari africano. Numerosi leader del continente hanno espresso i loro dubbi sull?onestà del capo dello Zimbabwe, nonostante gran parte dell?opinione pubblica consideri ancora Mugabe un eroe della resistenza al colonialismo bianco e britannico.

Nel frattempo il Sudafrica si sta impegnando per trovare una soluzione concreata alla crisi. I mediatori del presidente Thabo Mbeki, incaricati dalla comunità dei paesi dell?Africa Australe, sono in contatto con entrambi i partiti in gara, cercando di riportare nella competizione Morgan Tsvangirai. Il suo ritiro dal ballottaggio, annunciato domenica, non sarebbe ancora stato formalizzato e in molti sperano che non lo sia mai.

Proprio per la mancanza di un foglio scritto che confermi l?uscita di Tsvangirai dal secondo turno delle elezioni presidenziali, la Commissione elettorale sta portando avanti i preparativi per il ballottaggio. Il ministro della Giustizia ha affermato che il leader dell?opposizione ha minacciato di ritirarsi più di una volta e lo ha invitato a prendere una decisione definitiva.

Anche l?Unione Africana è intervenuta. La presidentessa della Commissione, Jean Plng, si è detta «gravemente preoccupata», mentre tornano a circolare le proposte di rinviare le elezioni. Il giornale ufficiale dello Zimbabwe, però, ha accusato gli Stati Uniti di alimentare finanziariamente le violenze, pagando il trasporto e l?addestramento di gruppi paramilitari vicini all?opposizione.

Solo la Cina difende il presidente dello Zimbabwe
Mentre le Nazioni Unite e la Ua si schierano contro Mugabe, la Cina difende il governo di Harare, affermando che non vi sarebbe nessun motivo per annullare il ballottaggio di venerdì prossimo. Il portavoce del ministro cinese degli esteri, Liu Jianchao, ha affermato che Pechino spera nel dialogo per risolvere i problemi del paese.


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