Formazione

Guantanamo, tribunale civile ordina rilascio detenuto cinese

Il presunto terrorista uiguro era stato incarcerato senza un giusto processo. Ma non potrà essere rimpatriato perchè sarebbe perseguitato

di Redazione

La Corte d’appello federale del distretto di Columbia ha annullato il giudizio del tribunale militare su un detenuto di Guantanamo, non ritenendo valide le prove presentate a suo carico ed ordinandone la scarcerazione o un nuovo giudizio marziale. È la prima revisione da parte un tribunale civile del giudizio delle corti speciali create per i detenuti di Guantanamo.

Ad essere scarcerato è stato uno dei detenuti uiguri, la minoranza islamica cinese, che hanno già da tempo attirato l’attenzione internazionale. «Il tribunale chiede al governo di rilasciare Huzaifa Parhat o trasferirlo o velocemente sottoporlo a nuovo processo» hanno deciso i tre giudici della Corte d’appello, stabilendo che non era valida la decisione della corte marziale che lo aveva condannato come combattente nemico.

Durante un giudizio in cui il detenuto non aveva avvocato, non ha potuto esaminare tutte le prove a suo carico ed essere libero di presentare tutti gli elementi considerati a suo favore.

l gruppo degli uiguri detenuti a Guantanamo, una ventina catturati nel 2001 in Afghanistan, ha sempre sostenuto di aver lasciato la Cina per combattere per l’indipendenza del loro popolo. Ma hanno sempre affermato di non essere mai stati nemici degli Stati Uniti. Quando il Pentagono ha avviato negli anni scorsi il rimpatrio di alcuni dei detenuti di Guantanamo considerati, dopo anni di prigionia senza alcuna incriminazione, non pericolosi, Washington ha dovuto cercare un paese disposto ad accogliere i 5 uiguri rilasciati. In Cina sarebbero stati perseguitati e di nuovo imprigionati.

Alla fine solo l’Albania li ha accettati sul proprio territorio, dove i cinque sono stati trasferiti nel 2006, ma da allora nessun altro paese si è reso disponibile. Quindi, ha commentato Susan Baker Manning, l’avvocato di Parhat, non è chiaro se questa vittoria in tribunale significherà ancora la libertà per il suo cliente. Da parte sua il dipartimento di Giustizia ha detto che sta valutando la risposta da dare alla sentenza emessa lo scorso venerdì e tenuta fino adesso segreta per ragioni di sicurezza nazionale.


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