Volontariato

Rifugiati, Amnesty: «Accogliere e risolvere loro problemi»

L’organizzazione per i diritti umani chiede più tutela per chi fugge dai propri paesi e sprona l’Europa a favorire i reinsediamenti.

di Redazione

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, nell?anno in cui ricorre il 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, Amnesty International chiede agli Stati di riaffermare il diritto di ogni persona a cercare e ottenere asilo dalla persecuzione, così come riconosciuto dall?art. 14 della Dichiarazione del 1948.

«Le porte per i rifugiati si chiudono» si legge nel comunicato di Amnesty. «Il governo giordano e quello siriano hanno imposto restrizioni all?ingresso dei rifugiati iracheni, mentre la Svezia, il paese europeo che ne ospita il maggior numero, ha cambiato atteggiamento e li sta rimpatriando verso zone estremamente pericolose dell?Iraq. Nella regione mediterranea, paesi come la Spagna e l?Italia sono coinvolti in piani d?intercettamento e di pattugliamento congiunto dell?immigrazione insieme a paesi dell?Africa settentrionale e occidentale: in questo modo, le persone possono essere rimandate indietro, esattamente nelle situazioni terribili da cui cercano disperatamente di fuggire».

Sono 147 gli Stati parte della Convenzione del 1951 relativa allo status di rifugiato o del suo Protocollo, i principali strumenti del diritto internazionale per la protezione dei rifugiati. Amnesty International chiede ai governi di assicurare che la loro azioni politiche non pregiudichino la protezione offerta dalla Convenzione e da altri strumenti internazionali.

Secondo l?organizzazione per i diritti umani, inoltre, gli Stati non solo dovrebbero proteggere i diritti dei rifugiati all?interno della propria giurisdizione, ma dovrebbero anche aiutare altri paesi nei quali il numero dei rifugiati ha assunto grandi dimensioni.

Amnesty International chiede all?Unione europea che i controlli alle sue frontiere non costringano i richiedenti asilo a rientrare nei paesi di transito, in cui potrebbero andare incontro ad arresti arbitrari, espulsioni collettive o rimpatri verso paesi dove rischierebbero la tortura o l?abbandono nel deserto, senza acqua né cibo.

L?organizzazione auspica inoltre che l?Unione europea assicuri che, nello viluppo di un sistema comune in materia d?asilo, tutti i richiedenti asilo sotto la giurisdizione degli Stati membri abbiano accesso a una procedura d?asilo equa e soddisfacente a prescindere dal paese d?origine o di transito, e che sia posta fine a procedure accelerate, che risultano inadeguate.

Amnesty International sollecita gli Stati a puntare maggiormente sul
reinsediamento (lo spostamento di un rifugiato in un paese terzo più attrezzato o adeguato). Per molti rifugiati questo è l?unico modo per avere accesso a diritti umani fondamentali Lo stesso vale per i rifugiati ammalati, diversamente abili o traumatizzati dalla propria esperienza, che possono non trovare adeguata assistenza nei paesi di asilo.

Sono nove i paesi tradizionalmente all?avanguardia nei programmi di reinsediamento, cui si sono recentemente aggiunti paesi in via di sviluppo come Brasile, Burkina Faso e Cile, che hanno iniziato a reinsediare piccoli gruppi di rifugiati.

Infine, Amnesty International sollecita gli Stati a collaborare con l?Alto commissariato Onu per i rifugiati, per sviluppare modalità efficaci di condivisione delle responsabilità in caso di ampi arrivi di rifugiati.

«La risposta a questo tragico problema ? sostiene Amnesty – non può essere quella di respingere la sofferenza umana e voltare le spalle a persone che si trovano in circostanze drammatiche. La risposta dev?essere quella di assumere maggiori responsabilità, rispetto a un problema globale, trovando un modo globale per risolverlo.


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