Non profit

Non profit e Croce Rossa ai ferri corti

Giornata convulsa di accuse e controaccuse. Sul prossimo numero di VITA un'inchiesta sui conti in rosso della Cri e la replica di Andrea Des Dorides, dg dell'ente di via Toscana

di Riccardo Bagnato

Non si placano le polemiche fra non profit e Croce Rossa. Anzi. Infuriano sul Web a suon di accuse e controaccuse fra Anpas, Auser e Focsiv da un lato, e l’ente di via Toscana dall’altro.

Al centro della questione l’articolo 49ter del cosiddetto decreto “Milleproroghe” approvato a fine febbraio scorso (vedi box), secondo il quale la Croce Rossa Italiana diventerà organizzazione di volontariato “per il tempo necessario al completamento delle procedure di stabilizzazione del personale precario”. Apriti cielo. Le prime reazioni Nette le prese di posizioni da parte di Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) e delle Misericordie, che già dal 25 febbraio dichiaravano la propria, assoluta, contrarietà al decreto. Rincarava la dose l’Anpas Piemonte due giorni dopo, il 27: “L’equiparazione della Croce Rossa Italiana alle associazioni di volontariato – osserva il comitato regionale – avrebbe l’effetto di privare quest’ultime di importanti risorse e fondi necessari allo svolgimento di servizi a favore della cittadinanza”.

Ma non solo. Si legge ancora nel comunicato: “verrebbe a crearsi una grave confusione giuridica, perché tale equiparazione riconoscerebbe di fatto alla Croce Rossa il doppio status di organizzazione di volontariato di diritto privato e, contemporaneamente, di ente di diritto pubblico”. A cotanta alzata di scudi, però, segue un sostanziale silenzio. Il decreto viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale. E’ il 29 febbraio. Lettera aperta ai volontari Lo stesso presidente dell’Anpas, Fausto Casini, decide allora di prendere carta e penna e di rivolgersi direttamente ai volontari della Cri. La lettera aperta viene pubblicata sul settimanale VITA del 7 marzo: “Cari volontari di Croce Rossa – scrive Casini – scusate lo sfogo, ma questa volta la misura è stata passata! La Croce Rossa italiana non può essere considerata, e un parere del Consiglio di Stato lo ha definito chiaramente, associazione di volontariato ai sensi della iscrizione ai registri della legge 266/91, e questo deriva dalla sua natura di ente pubblico”.

“Non abbiamo violato la legge”. Risponde la Cri Ed ecco prendere la parola, finalmente, la Croce Rossa. A parlare è Andrea Des Dorides, direttore generale della Cri, intervistato dal settimanale Vita (intervista che i lettori potranno leggere sul settimanale in edicola da venerdì o per gli abbonati direttamente online), il quale rassicura: “E’ stato riaffermato lo status che ci equipara pro tempore alle associazioni di volontariato. Il che significa che possiamo partecipare ai bandi, come già avviene, ma non accedere ai fondi riservati.” E il perché lo spiega così: “C’era il pericolo di mettere in forse il lavoro dei nostri precari se alcune convenzioni, che andranno in scadenza, non fossero state prorogate”. Precari e bilancio da ripianare, dunque, questi i due problemi che il decreto cercherebbe di risolvere secondo la Croce Rossa.

A sottolinearlo, sempre il settimanale Vita, che titola: “La Croce Rossa sul lastrico rischia il barile”. La polemica continua sul Web Tutto a posto quindi? No. Nella mattinata di oggi, infatti, Luciano Dematteis apre le danze con un comunicato senza se e senza ma. Il presidente dell’Anpas Piemonte, riferendosi alla dichiarazione di voto favorevole all’articolo in questione dell’onorevole Teresio Delfino, eletto in Piemonte nella lista dell’Udc, non usa mezzi termini: “Ci aspettavamo più onestà intellettuale da chi per anni ha gestito il Comitato regionale Cri in qualità di presidente”. Pronta la risposta piccata dell’onorevole: “L’impossibilità di iscriversi ai registri delle associazioni di volontariato, rischiava di escludere la C.R.I. dalla possibilità di partecipare alle convenzioni, impedendole di garantire la continuità della sua tradizionale attività. Ecco il motivo che mi ha spinto a presentare l’emendamento poi approvato dal Parlamento: correggere una stortura, non crearla”. Ma altrettanto pronte sono le repliche di Auser e Focsiv. I big del Volontariato si schierano compatti contro il decrdeto “Milleproroghe” e a fianco di Misericordie e Anpas. Quest’ultima, infine, per bocca di Luciano Dematteis, taglia corto e risponde alla replica dell’on. Delfino: “Se Croce Rossa Italiana intende equipararsi alle organizzazioni di volontariato deve rientrare a tutti gli effetti nella normativa della Legge nazionale sul volontariato (Legge 266/91)

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.