Salute

AVIS cioè donare sangue:un brand a prova di bomba

L’Avis misura la propria immagine.La Swg ha intervistato 650 ragazzi: il 74% conosce e apprezza l’associazione.

di Redazione

L ‘ Avis? Non è un autonoleggio?». Temevano una risposta del genere i responsabili dell?Associazione volontari italiani del sangue quando hanno chiesto una ricerca sui giovani alla Swg di Trieste. L?obiettivo era di scoprire come le nuove generazioni si rapportino con la donazione del sangue e se davvero il termine Avis fosse così confondibile. Il risultato, almeno per il nome, è stato più che soddisfacente: su un campione di 650 ragazzi, il 74% conosce l?associazione e il 68% ricorda una sua pubblicità. I donatori maschi sono maggioranza rispetto alle femmine, ma dall?Avis rassicurano che è solo una questione di peso e pressione arteriosa troppo bassi; in realtà le aspiranti donatrici sono molte di più dei loro coetanei. In generale, però, solo il 20% degli intervistati ammette di aver donato il sangue almeno una volta. Di questi, la maggior parte lo ha fatto perché spinta da un amico, un volontario o un?altra persona. Pochi sono stati persuasi da manifesti o avevano motivi personali.

«Io ho iniziato a 18 anni», racconta Aurora Di Lenola, «mi ha convinta un amico. Poi sono rimasta e ho iniziato a impegnarmi anche nell?organizzazione. È un percorso che fanno quasi tutti. Per questo puntiamo molto sul contatto diretto con i giovani». Oggi Aurora ha 34 anni, fa parte della consulta giovanile dell?Avis e viaggia tra le scuole per far conoscere le attività dell?associazione. «I ragazzi ci chiedono come si fa a donare, quanto tempo richiede essere volontario, perché lo facciamo. Io rispondo che il tempo non conta, perché dare il sangue è un gesto di altruismo che gratifica sempre».

Secondo il sondaggio, anche i ragazzi lo considerano un atto di solidarietà e l?83% si dice disposto a mantenere uno stile di vita sano per poter donare. Ma c?è un 20% che non lo farebbe e che pensa che usare droghe e avere rapporti sessuali non protetti non impedisca la donazione. «Questa leggerezza nei comportamenti », commenta Andrea Tieghi, presidente nazionale dell?Avis, «va di pari passo con il ritorno dell?Hiv in Italia. Anche per questo la nostra nuova campagna di informazione giocherà sul tema della trasgressione». La nuova pubblicità dell?associazione sarà rivolta specificatamente al pubblico più giovane: «Questa volta niente cartelloni», afferma Tieghi. «La campagna andrà su internet e nei settimanali specializzati. Avrà un messaggio forte, che i ragazzi capiscano al volo. Dobbiamo spiegare che dare il sangue, oltre ad essere un aiuto per chi soffre, fa star meglio. Anzi, far capire che donare può essere una forma di ?sballo?». Una curiosità: la paura più forte rimane quella dell?ago. «Ma il nostro non è un gesto eroico», conclude Tieghi. «Pensi che anche molti volontari esperti si girano per non vedere il sangue…».

A TEATRO
Blood tour. Andrà il scena il 14 giugno, Giornata mondiale del donatore, Oh my blood!, lo spettacolo teatrale promosso dal Centro nazionale sangue in collaborazione con i giovani di Avis, Croce Rossa, Fidas e Fratres. L?appuntamento è alle 18 al Teatro dell?Angelo di Roma. L?obiettivo è sensibilizzare e convincere i cittadini a donare il sangue. L?evento sarà replicato anche in altre città nel Summer Blood Tour. Info: 06.49904953

Per saperne di più: www.avis.it


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