Politica

Bolzano rilascia un nuovo passaporto. Controcorrente

Intercultura. Un convegno con un’idea insolita.La cultura dell’altro non è più bella della mia. Con questo approccio aperto, intellettuali di tanti Paesi in via di sviluppo sono chiamati al confronto

di Daniela Verlicchi

Dici intercultura e pensi ai bambini dalla pelle diversa che si danno la mano, agli occhi esotici delle donne di colore, al sapore della cucina di Paesi lontani. Oppure ti rifugi nel folklore, con il carico di stereotipi che questo porta con sé. A Bolzano, il 27 e 28 giugno prossimi, si tenterà un approccio diverso. «La cultura dell?altro non è più bella della mia, il guru non è più santo del mio santo»: Marco Nordio riassume così la filosofia di Verso nuove culture, il convegno che ha organizzato assieme all?assessorato alla Cultura di Bolzano e all?università Ca? Foscari dove insegna Storia e istituzioni dell?Asia. L?incontro tra tradizioni diverse, positivo o negativo che sia, non crea culture di serie A o di serie B. E nemmeno ideologie indifferenziate e senza valori, precisa: gli studiosi di tale fenomeno non possono certo cedere al relativismo.

Anti esotica, non caricaturale e nemmeno ideale: sono pochi gli aggettivi per definire l?incontro di culture diverse. Uno di questi è «nuovo» ed ecco spiegato il titolo scelto per il convegno di Bolzano.

«È da sette anni che lo organizziamo», rivela il professore: il convegno è infatti l?approdo naturale del progetto Nuove culture che ha permesso a studiosi e professori universitari di ritrovarsi per qualche settimana all?anno ad approfondire le caratteristiche di una cultura dell?immigrazione: prima l?India, poi l?Asia centrale, poi la Cina. Le nuove culture a Bolzano avranno un riconoscimento formale (un passaporto per viaggiatori interculturali, l?icona del convegno) e una colonna sonora: quella dell?Orchestra di piazza Vittorio, la band multietnica di 16 elementi che si esibirà al convegno il 27 giugno. Lo stesso giorno, Gabriella Presta, esperta di economia dei Paesi in via di sviluppo; Adel Jabbar, sociologo dei processi migratori all?università di Torino, e Alessandro Bollo, coordinatore Area ricerca della Fondazione Fitzcarraldo, metteranno a confronto i vari modelli italiani di integrazione interculturale. A partire dalle esperienze degli enti locali.Non è un caso,che il progetto Nuove culture sia nato qui: «Bolzano è il Sud del Nord e viceversa», spiega il professor Nordio, «solo qui si generano pachistani trilingui». «Come molte altre città italiane, è un luogo di contatto e di confine», precisa Adel Jabbar, uno dei relatori del convegno. Secondo il sociologo, di origini irachene, il nostro Paese è sempre stato multiculturale («valdesi, ebrei, sardi, catalani, arabi hanno sempre convissuto in Italia») ma con l?aumento dei flussi migratori lo è diventato ancora di più. Conclude Jabbar: «La cultura è relazione, ecco perché si rinnova continuamente».


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