Politica

Finanziaria, il giallo dei Parchi nazionali

La norma approvata ne farebbe sparire 19 su 23, ma il ministro dell'Ambiente smentisce. Intanto è stato accantonato l'emendamento che accorpava le agenzie ambientali

di Silvano Rubino

«La Finanziaria non parla di cancellazione dei parchi ma anzi di una valorizzazione. Non sono stati cancellati gli Enti parco. Non si parla affatto di parchi: mi spiace smentire, ma la manovra Finanziaria coglie quello che era necessario fare per razionalizzare la spesa pubblica».
Così il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo in merito alla polemica nata dall’approvazione, in consiglio dei ministri, della norma che cancella tutti gli enti pubblici non economici con meno di 50 dipendenti. Il che significherebbe la sparizione, o meglio, la gestione diretta da parte del ministero dell’ambiente (in seguito alla cancellazione di Consigli direttivi e Comunità del parco) di 19 su 23 parchi nazionali: rimarrebbero in vita solo Abruzzo, Cilento, Gran Paradiso e Pollino.
I primi a protestare, ieri, Legambiente («sia che si tratti di una svista che di una scelta volontaria – aveva detto il responsabile aree protette Antonio Nicoletti – è un atto gravissimo che cancella il rapporto degli enti parco con il territorio e vanifica l’intenso lavoro fatto negli ultimi 15 anni per strutturare in tutto il Paese un sistema ampio e diffuso di aree protette gestite d’intesa con le comunità locali») e il ministro dell’Ambiente del governo ombra Ermete Realacci: «Aspettiamo con un urgenza un chiarimento da parte del ministro dell´ambiente in proposito e mi auguro che si tratti solo di un errore di distrazione. Ma se così non è ci troviamo di fronte ad un atto di una gravità inaudita».

Oggi le rassicurazioni del ministro, che però non sciolgono i dubbi su come, concretamente, si sottrarranno i parchi, che sono enti pubblici non economici, alla scure voluta dal ministro Tremonti.

Il WWF Italia si dichiara rassicurato dalle parole del ministro. Ricordando che «l?inclusione da parte del Governo degli Enti Parco nella lista di quelli ?inutili? da cancellare costituirebbe un provvedimento incostituzionale paragonabile tra l?altro ad un vero e proprio commissariamento generale, che avrebbe creato un vuoto normativo e gestionale incolmabile con l?avocazione in capo al Ministero dell?Ambiente. Si sarebbe violato tra l?altro il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni. L?Ente di gestione è infatti un pilastro fondamentale nell?impianto normativo della legge quadro sulle aree protette, la L.394/91 non sostituibile con un provvedimento di tipo economico».

Il WWF «coglie l?occasione per ribadire tutta la sua disponibilità per rilanciare, invece, una questione ben più cruciale, sulla quale si incardina la vera e propria ?ragion d?essere? delle aree protette nel nostro paese: come garantire la massima efficacia ed efficienza nella gestione di questo patrimonio unico ed insostituibile per l?Italia».

Il WWF segnala come «i parchi abbiano garantito la protezione dell?11% del territorio nazionale (negli anni sessanta ara solo lo 0,6%). Le Aree protette costituiscono il più importante tra gli strumenti per la protezione della natura e quindi alla ?tutela dell?ambiente e dell?ecosistema?. Non si tratta di un soggetto chiamato a sbrigare burocrazia ma vocato a contaminare il territorio attraverso la diffusione del valore dei Parchi e quindi della Natura. Quello che ancora oggi manca ancora è una vera integrazione tra i vari livelli di tutela, ossia Stato, Regioni, Enti locali, come più volte ribadito dalla Corte Costituzionale».

«Il pericolo», dichiara il WWF, «è scampato ma è necessario proseguire con determinazione alla verifica puntuale dell?efficacia ed efficienza delle attività di gestione rispetto alla finalità di conservazione del patrimonio naturale del Paese individuate dalla Legge Quadro sulle Aree Protette. Solo così si potranno reinnescare quel riconoscimento e quella legittimazione dei parchi presso le comunità locali, senza i quali ogni tentativo di conservazione avrà sempre breve durata».

Intanto, è stato accantonato l?emendamento all?articolo 7 del decreto sull?emergenza rifiuti in Campania in discussione a Montecitorio, che prevedeva la nascita di una ?maxi-agenzia? per l’ambiente, l’Irpa, frutto dell?accorpamento di Apat , Infs e Icram. Ieri in Aula il Partito democratico e l?Udc avevano criticato la ?non omogeneità? di quella materia con il resto del provvedimento. Ma non finisce qui. Perché sulla questione verrà presto presentata una proposta di legge ad hoc a firma del presidente della commissione Ambiente, Angelo Alessandri (Lega), che avrà una corsia preferenziale. ?In dieci giorni ? fa sapere lo stesso Alessandri ? potrebbe arrivare in Aula?.


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