Sostenibilità

Facciamo rivivere i binari morti

Trasporti. La prima Giornata delle ferrovie dimenticate.

di Chiara Cantoni

Un viaggio in treno Milano- Roma in sole… 48 ore! Inutile dirlo, ferma in tutte le stazioni: mercoledì 27 febbraio parte dal capoluogo lombardo alla volta della Capitale toccando città minori, borghi e villaggi rurali, la prima Maratona di turismo ferroviario sperimentale, intesa a documentare il patrimonio di collegamenti locali e tratte marginali presenti nel Centro – Nord Italia. È un assaggio delle iniziative previste per la prima Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate, indetta domenica 2 marzo dalla confederazione Co.mo.do, un tavolo di discussione sui temi della mobilità dolce, dell?uso del tempo libero, del turismo e delle attività outdoor con mezzi ecocompatibili. «Chiunque voglia fare una passeggiata a piedi o in bicicletta, oggi non dispone di percorsi protetti, alternativi a quelli automobilistici», spiega il presidente Albano Marcarini. «La nostra ambizione è dar vita a una rete di mobilità sicura, separata da quella ordinaria, per chi intende utilizzare mezzi diversi dalle quattro ruote».Che si faccia sul serio lo prova un progetto di legge presentato un anno fa al Senato per il recupero di impianti (stazioni, depositi, ponti, gallerie) e rotabili abbandonati. «In Italia, su 16mila chilometri di rete ferroviaria, solo 6mila sono a doppio binario elettrificato», lamenta Stefano Lenzi, responsabile dell?Ufficio legale WWF Infrastrutture, fra le associazioni aderenti a Co.mo.do. «Secondo una recente indagine del Censis, il 70% degli italiani sarebbe disposto a muoversi su binari, se solo il servizio fosse disponibile, se i treni fossero puntuali e il rapporto qualità/prezzo adeguato. Perché, allora, non investire nella manutenzione delle strutture esistenti, anziché disperdere risorse in nuovi progetti come l?alta velocità?».La domanda è legittima e chissà che la giornata del 2 marzo non serva a smuovere le acque: «L?intento è triplice», dice ancora Marcarini: «promuovere la riconversione in percorsi ciclopedonali dei 5.700 chilometri ferroviari smantellati; rimettere in funzione collegamenti esistenti ma abbandonati; valorizzare le tratte minori situate in aree marginali, eppure indispensabili alla mobilità locale». Iniziative più disparate lungo tutto lo Stivale: «Come il viaggio alla scoperta del territorio fra arte, natura e gastronomia, lungo i binari della Novara-Varallo Sesia, su un treno a trazione diesel con locomotive e vetture d?epoca. O l?escursione alla Ferrovia marmifera di Carrara, preceduta da un convegno sul progetto di recupero ciclopedonale della tratta. O, ancora, la biciclettata lungo le strade ferrate dismesse della Valle dell?Anapo, che da Siracusa si snodano fra i monti Iblei».

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