Mondo

Adozioni, Africa addio

Da più di un anno il testo dell’Intesa sulle adozioni fra l’Italia e 12 Paesi africani era nei cassetti della Cai. Con 3 milioni di euro già stanziati.

di Benedetta Verrini

Era già pronta esattamente un anno fa, l?intesa tra la Commissione adozioni internazionali e una ventina di enti autorizzati per realizzare progetti di sviluppo e cooperazione in Africa. Sul piatto c?erano 3 milioni di euro ripartiti tra 12 Paesi dell?area subsahariana, dal Burkina Faso al Congo. Il 14 febbraio era prevista finalmente la firma del documento, ma la riunione è saltata ed è stata rimandata, per ora ?sine die?, per motivi tecnici.«L?intesa sull?Africa aveva un valore grandissimo, non solo per il sostegno agli interventi di cooperazione e l?apertura di nuovi canali», spiega Stefano Bernardi, presidente dell?ente Enzo B., «ma soprattutto per l?approccio completamente nuovo che è stato usato per realizzarla. Per la prima volta, la Cai ha abbandonato la prassi delle intese per Paesi singoli e ha preso in considerazione un?intera area, mostrando una visione strategica complessa. Inoltre, grazie alla collaborazione degli enti, il riparto dei fondi era stato fatto indicizzando le criticità e i bisogni di ciascun Paese, in modo da sostenere in modo più efficace quelli con le emergenze maggiori».Lavoro sprecato, dunque? Alla Commissione assicurano di no, e spiegano che lo slittamento è legato solo alla necessità di ridefinire i contesti d?intervento nei Paesi presi in considerazione e all?opportunità di trasformare il documento d?intesa in una vera e propria delibera della Cai. «Il problema è che per noi diventa quasi impossibile lavorare e fare progetti in questo stato di incertezza. L?Intesa Africa è solo una delle tante situazioni da troppo tempo sospese», prosegue Bernardi.Le elenca sulla punta delle dita: «Non abbiamo ancora visto nulla delle tanto annunciate nuove linee guida, perché il tavolo di confronto su di esse è saltato. Dobbiamo aspettarci, insomma, che arriveranno senza alcuna concertazione, sebbene ci fosse stata promessa. Poi c?è l?incertezza sulle procedure per l?estensione dell?autorizzazione degli enti a nuovi Paesi: il termine per depositare le domande era il primo aprile ma è stato posticipato al 30 giugno, con l?assicurazione che nel frattempo sarebbero arrivati i nuovi criteri d?autorizzazione, di cui per ora non si sa niente».Sul fronte delle famiglie, poi, è stato annunciato un contributo di 1.200 euro a tutte le coppie che, alla data del 31 dicembre 2007, «hanno in corso una procedura di adozione internazionale avendo conferito mandato ad un ente autorizzato, e di quelle che hanno adottato uno o più minori all?estero nel corso del 2007»: un sostegno economico certamente significativo (soprattutto se si pensa che, stando al comunicato Cai, andrà anche a quanti hanno solo conferito mandato, senza aver ancora concluso la procedura) le cui modalità di riscossione, assicura il sito web della Cai, saranno rese note «quanto prima».Ciò che sta succedendo, insomma, è che al di là degli ottimi programmi la Commissione adozioni soffre questa fase di transizione politica, oltre che dei turn over vissuti nell?ultimo anno e mezzo (dal ministero Pari Oppurtunità a quello della Famiglia, da una presidenza tecnica a una politica). C?è malcontento, tra gli enti: le riunioni programmate in questi primi mesi del 2008 sono saltate perché, pare, il ministro non aveva spazio in agenda. In attesa del nuovo governo, che porterà all?ennesimo avvicendamento all?ufficio di presidenza della Cai, non resta che far fronte alla gestione ordinaria, che in assenza di una programmazione e di un dialogo con gli enti rischia di diventare un?emergenza.

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