Cultura

Ogm: scienziati contro Alemanno

Appello perché si rimuova il divieto alla sperimentazione in campo aperto

di Giampaolo Cerri

Non ci sono soldi per la ricerca? Lasciateci sperimentare le biotecnologie in agricoltura. Nel mondo scientifico riprende vigore la protesta contro il divieto di sperimentare il transgenico in campo aperto. La mobilitazione che si registrò due anni fa contro Pecoraro Scanio, sembra ripetersi contro il suo successore, Gianni Alemanno. Ecco l’appello che circola in questi giorni, a firma anche di noti studiosi italiani, fra cui Garattini e Boncinelli. «Negli ultimi mesi la comunità scientifica nazionale ha reso pubblica la propria preoccupazione in molte occasioni: Consiglio Nazionale delle Ricerche, Conferenza dei Rettori, Associazione dei Dottorandi, Medici specializzandi, istituti di ricerca come l’Istituto Nazionale per la Fisica della Materia, osservatori astronomici come quello di Arcetri hanno denunciato l’emorragia che sta dissanguando la scienza italiana e mortifica le prospettive culturali e di sviluppo del paese. Alla drammatica penuria di fondi e agli storici problemi organizzativi del sistema ricerca nel nostro paese, si aggiunge un’altra anomalia tutta italiana su cui è necessario richiamare l’attenzione. In Italia, per la seconda volta in due anni, progetti di ricerca già finanziati vengono bloccati da un ministero senza alcun dibattito che legittimi una simile scelta di politica scientifica all’interno della maggioranza di Governo e del paese. Il 15 novembre il direttore generale del Ministero dell’agricoltura Giuseppe Ambrosio ha inviato una comunicazione scritta ai direttori degli Istituti Sperimentali di Ricerca del Ministero chiedendo «la sospensione di ogni attività di rilascio nell’ambiente di piante geneticamente modificate a scopi sperimentali» anche se regolarmente autorizzata dalla Commissione Interministeriale per le Biotecnologie in conformità con le normative vigenti. E’ bene ribadire che si tratta di prove sperimentali, che fanno riferimento a progetti di ricerca pluriennali già finanziati, in alcuni casi anche con fondi comunitari. Una simile decisione riporta la comunità scientifica indietro nel tempo, quando l’allora Ministro dell’agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio dispose senza alcun dibattito pubblico in materia la chiusura dei progetti di ricerca sugli Ogm, costringendo la comunità scientifica nazionale a rispondere con il “Manifesto dei mille a favore della libertà di ricerca”. Oggi come allora il Ministro dell’agricoltura Gianni Alemanno, pur ribadendo a parole il suo sostegno alla ricerca, ha deciso di procedere alla chiusura delle prove sperimentali senza alcuna comunicazione pubblica, con il silenzio del Governo, omettendo persino di avvertire la Commissione Interministeriale Biotecnologie. Questa iniziativa oltre a danneggiare la ricerca sugli Ogm offende la dignità della comunità scientifica nazionale. L’ultimo rapporto sulla ricerca nei paesi membri dell’Unione non solo conferma la posizione dell’Italia come fanalino di coda, ma denuncia l’aggravarsi dello stato di crisi della scienza nel nostro paese che sta diventando una zavorra per lo sviluppo dell’Europa. L’Italia è ultima per numero di ricercatori (sono meno di 3 per 1000 lavoratori, in confronto la Spagna ne ha 4,56 , Francia e Germania ne hanno più di 6, la Finlandia addirittura 13). Siamo ultimi per numero di dottori in ricerca o PhD (0,16 per 1000 abitanti, in confronto Francia e Germania ne hanno 0,8). Siamo ultimi per le spese in educazione terziaria, ultimi per impiegati stranieri in scienza e tecnologia: persino la Spagna, la Grecia, il Portogallo attraggono un numero superiore di cervelli dall’estero. Le nostre esportazioni tecnologiche dal 1995 al 2000 hanno presentato una crescita negativa (-6%), come negativa è la crescita del nostro bilancio tecnologico. Il lavoro di qualità dei ricercatori italiani, evidenziato dalla posizione a metà classifica per quanto riguarda le pubblicazioni scientifiche con alto numero di citazioni, resta come una beffarda testimonianza delle potenzialità che la ricerca italiana potrebbe sviluppare se solo fosse messa in grado di competere alla pari con la comunità scientifica internazionale. Mentre gli altri paesi che investono in ricerca meno della media europea hanno invertito il trend (la Spagna ad esempio), la finanziaria in discussione al Parlamento italiano riduce ulteriormente i fondi per la ricerca, che troppo spesso continuano ad essere distribuiti a pioggia e senza un sistema trasparente di peer-review. Se ai drammatici problemi strutturali e finanziari che gravano sulla scienza italiana, si aggiunge anche l’arbitrarietà delle scelte di politica scientifica da parte di singoli ministeri e la sospensione immotivata di progetti di ricerca già avviati e finanziati, davvero la ricerca di questo paese non può avere alcuna prospettiva.. La circolare del ministero dell’agricoltura per di più risulta del tutto incomprensibile alla luce del programma strategico per lo sviluppo delle scienze della vita e delle biotecnologie presentato dalla Commissione Europea il 23 gennaio del 2002 e del voto con cui il 21 novembre il Parlamento Europeo ha chiesto a grande maggioranza ai paesi membri un maggior impegno nella ricerca pubblica sugli Ogm. Oltre ad aggiungere la nostra voce a quanti hanno perorato la causa di un aumento dei fondi per la ricerca pubblica, chiediamo quindi al Governo un rapido chiarimento sulla sospensione delle prove sperimentali con Ogm in linea con precedenti dichiarazioni in favore delle biotecnologie agricole rilasciate dal Presidente del Consiglio e dai Ministri della Salute e delle Attività Produttive. Chiediamo inoltre al Governo un impegno concreto per rilanciare la ricerca biotecnologica nel suo complesso, dal momento che l’Italia con la chiusura per mancanza di fondi del Progetto Finalizzato Biotecnologie del CNR è l’unico paese industrializzato che abbia scelto di privarsi di un programma nazionale in questo settore strategico. Auspichiamo infine che Governo e opposizione chiariscano in via definitiva se la libertà di ricerca vada intesa come un diritto secondario che può essere improvvisamente revocato senza nemmeno avvertire l’obbligo morale di darne conto alla comunità scientifica e all’opinione pubblica. O se invece la libertà di ricerca rappresenti un bene da tutelare e per cui battersi concretamente nell’interesse del paese. Per aderire Firmatari: Roberto Defez Ist. Genetica Biofisica, CNR, Napoli Silvio Garattini Direttore Ist. Mario Negri, Milano Edoardo Boncinelli Direttore Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, SISSA, Trieste Umberto Veronesi Direttore Istituto Oncologico Europeo, Milano Francesco Sala Ordinario Botanica e Direttore Orti Botanici di Milano Chris Bowler Stazione Zoologica, Napoli Riccardo Cortese Direttore IRBM, Pomezia, Roma Paolo Costantino Ordinario Biologia Molecolare, La Sapienza, Roma Tullio Regge Medaglia Einstein 1979, Torino Carlo Alberto Redi Direttore Laboratorio Biologia dello Sviluppo, Un. Pavia Mirella Sari Gorla Presidente Società Genetica Agraria, Un. Milano Amedeo Alpi Accademia delle Scienze, Un. Pisa Gennaro Marino Accademia delle Scienze, Un. Napoli Giovanni Giuliano ENEA, Centro Ricerche Casaccia, Roma Giuliano d’Agnolo Commissione Biotecnologie, Ist Superiore di Sanità, Roma Roberto Tuberosa Ordinario di biotecnologie vegetali, Un. Bologna Mario Terzi Ordinario Biologia Molecolare, Università di Padova Giorgi Benedek Ordinario di Fisica, Milano Giorgio Morelli Ist. Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, Commissione Novel Food, Roma Vittorio Santaniello Ordinario di Economia, Tor Vergata, Roma Alessandro Vitale Ist. Biologia e Biotecnologia Agraria, CNR, Milano Marco Paolo Nuti Ordinario Microbiologia Agraria, Pisa Angelo Viotti Ist. Biologia e Biotecnologia Agraria, CNR, Milano Mario Felice Tecce Dip. Scienze Farmaceutiche, Un. Salerno inviare un messaggio qui».


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