Non profit

A San Donato Milanese il non profit ha i suoi sindaci

Domande e risposte (di Francesco Dente).

di Redazione

Siedono al tavolo dei sindaci ma non sono dei primi cittadini. Uno dei tre rappresentanti, infatti, è un sindacalista, gli altri due invece sono presidenti di cooperative sociali. Sono i ?sindaci? del terzo settore. Tre esponenti del non profit che fanno parte dell?Assemblea intercomunale dei sindaci, l?organo di vertice che svolge l?attività di indirizzo, di programmazione e di controllo degli interventi di politica sociale previsti dal Ppiano sociale di zona. Succede a San Donato Milanese, cittadina dell?hinterland meneghino e Comune capofila di nove municipalità del distretto Sud-Eest di Milano. È una delle esperienze più innovative di promozione e di corresponsabilizzazione del terzo settore. In piedi già da più di quattro anni.Mentre, dunque, nella maggioranza del Belpaese le organizzazioni senza scopo di lucro faticano a farsi convocare (e ascoltare) dal tavolo istituzionale dei sindaci, nella cintura milanese, invece, ne fanno parte a pieno titolo. Con diritto di proposta e di voto. I tre rappresentanti infatti hanno a disposizione (insieme) un solo voto. Per questo prima di esprimerlo devono raccordarsi. «Finora siamo riusciti quasi sempre a farci ascoltare dai sindaci e a prendere decisioni unanimi. Solo poche volte si è reso necessario arrivare alla conta», spiega, uno dei tre rappresentanti. I tre ?sindaci? sono l?ultimo anello di una catena di soggetti non profit che ha nel Tavolo del terzo settore (46 organizzazioni fra associazioni, cooperative sociali, sindacati, ecc.) e nei cinque tavoli d?area (anziani, diversamente abili, inclusione sociale, minori e famiglia, azioni di sistema) le sue arene di confronto. Il Tavolo generale elegge i tre rappresentanti, i vari tavoli discutono anche gli orientamenti che i tre rappresentanti dovranno esprimere in seno all?assemblea dei sindaci. Decisioni importanti come quella sul riparto dei fondi. I tre, invece, non deliberano sulla gestione associata dei progetti socio-assistenziali. «Comunichiamo sempre alla base gli argomenti all?ordine del giorno e riceviamo dalle associazioni richieste di chiarimenti, sollecitazioni o dritte su come comportarci», afferma Mandrino. Un complesso di attività che richiede tempo e preparazione. «È come se partecipassimo a una giunta comunale: proposte, bozze, delibere». L?obiettivo principale del percorso avviato a San Donato Milanese è la condivisione della programmazione sociale. Non mancano, tuttavia, risultati che interessano più da vicino l?attività del non profit. L?assemblea dei sindaci, ad esempio, ha raccolto l?invito a procedere all?affidamento diretto (anziché all?appalto) di servizi che possano essere gestiti da cooperative sociali di tipo B del territorio.

Francesco Dente

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