Cultura

Il Censis sprona il Terzo settore

Secondo l'Istituto diretto da De Rita, il non profit deve fare un salto di qualit

di Maurizio Regosa

Prosegue la serie ?Un mese di sociale. Gli snodi di un anno speciale, organizzata dal Censis. Questa settimana si è discusso di ?Sociale non presidiato?. Un tema molto attuale e sul quale l?istituto di ricerca guidato da Giuseppe De Rita esprime opinioni destinate a suscitare dibattito. «Si ha la netta sensazione che oggi non ci sia una cultura complessa del presidio sociale, che nella realtà prevalga lo spezzettamento delle competenze, delle risorse delle progettualità, dei target», si legge nel rapporto che prosegue analizzando alcuni dei bisogni che trovano scarsa soddisfazione. Dal declino dei processi formativi ai difficili progressi di integrazione (il destino degli immigrati), dall?Italia che invecchia alle questioni della sanità, dell?edilizia e del welfare. Naturalmente l?ottica è porre le basi anche teoriche perché si realizzino comunità inclusive e si torni a dare risposte a bisogni non destinati a scomparire. Colpiscono alcuni giudizi espressi a proposito del Terzo settore, esposto «al rischio della moltiplicazione di nicchie corporative», spesso troppo autoreferenziale, incapace di «misurarsi con le nuove patologie sociali». Per questo, sottolinea il Censis, occorre un salto di qualità.


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