Non profit

Per gli amici di Locri da Vita

La mattina del primo di marzo esattamente quarantanni fa, a Roma, il Sessantotto metteva in scena il primo grande scontro di piazza tra studenti e polizia..

di Riccardo Bonacina

La mattina del primo di marzo esattamente quarantanni fa, a Roma, il Sessantotto metteva in scena il primo grande scontro di piazza tra studenti e polizia. Era la battaglia di Valle Giulia, alle pendici dei Parioli. Si registrarono 148 feriti tra le forze dell’ordine e 478 tra gli attaccanti. Ci furono 4 arrestati e 228 fermati. Otto automezzi della polizia furono incendiati. Cinque pistole furono sottratte agli agenti. Pierpaolo Pasolini commentò così: ?Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccoloborghesi, amici. Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono da periferie, contadine o urbane che siano?. In quell?atto di rivolta c?era già tutta la sconfitta di quella generazione, per metà persa e per metà arrivata sin dentro il Palazzo e il Potere. Quarant?anni dopo, il primo marzo 2008 a Locri (lontano da Roma e dai Parioli) va in scena un altro più fecondo, ne sono convinto, atto di insurezzione promosso da centinaia di giovani impegnati in Calabria nelle reti sociali, la grande allanza per la Gustizia e per la Pace. Un?insurrezione contro l?economia e la poltica dell?illegalità che ha bisogno di contrastare ogni ipotesi di sviluppo e di futuro per fare i suoi profitti e le sue clientele. L?insurrezione dei ragazzi di Locri e della Calabria è già riuscita a darsi futuro perché è stata capace di unire piuttosto che dividere. Unire i soggetti della società civile, il movimento copperativo, le comunità ecclesiali e religiose, i sindacati, l?economia e le istituzioni sane. E? una conquista che avviene sulla stima di ciò che nella locride già avete fatto, una conquista non per azioni di guerriglia, ma per il contagio prodotto da quella stima. Il contagio che fa venir voglia di aggiungere, al vostro sudore e fatica, la nostra fatica e il nostro sudore. Perché c?è una speranza comune che riguarda l?Italia intera e non solo Locri e la Calabria, la speranza di una società, di una politica, di un?economia capaci di costruzione per tutti. In questa conquista nonviolenta e per cerchi concentrici siete arrivati a lambire persino il circo dei mass media. Non resta che continuare su questa strada, ognuno faccia quello che può fare e per il ruolo che ha. Noi continueremo a raccontarvi, a raccontare le vostre opere e i vostri sogni, perché così il nostro lavoro è meno scemo e perché i vostri sogni sono anche i nostri Riccardo Bonacina presidente di VITA


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