Welfare
Censis: Badanti, welfare indispensabile ma sommerso
Il loro lavoro vale 10 miliardi, secondo la ricerca presentata oggi. La la quota di impiegate regolari è diminuita del 20 %. Un ritorno al lavoro nero?
di Redazione
Lo Stato latita, le famiglie da sole arrancano, e l'età media si alza sempre di più. Ecco perchè sempre più famiglie ricorrono all'assistenza delle badanti: una forma alternativa di welfare (non stata le ma "fatto in casa" secondo la definizione che ne ha dato l'Aclicolf) che in Italia è diventata fondamentale, anche se non riconosciuta. Un esercito di 7-800 mila lavoratrici impiegate troppo spesso in nero, anche a causa delle strettoie imposte dalla legge alle assunzioni regolari. Lo afferma il Censis, che oggi ha presentato a Roma dati e riflessioni sul welfare nell'ambito di un incontro dedicato a ?Il sociale non presidiato?.
Il welfare istituzionale italiano, sottolinea l?istituto di ricerca, non riesce a stare al passo con l?invecchiamento della popolazione: ?Di fronte alla domanda assistenziale legata alla non autosufficienza, residenze e strutture residenziali sono apparse subito insufficienti sia numericamente, sia come tipologie che come qualità della copertura offerta?.
In mancanza di alternative valide, circa 3 milioni di persone non autosufficienti vivono quindi nelle case, a carico delle famiglie. Su questa base è nata quella che i ricercatori definiscono "la rivoluzione dell?assistenza low cost, straordinario incontro tra giovani donne provenienti dai nuovi epicentri dell?emigrazione mondiale e anziani italiani bisognosi di cura e assistenza", un processo "spontaneo, dal basso, fatto dei mille rivoli dell?informalità".
Questa informalità si traduce troppo spesso in lavoro sommerso, come dimostra l?esiguità di posizioni Inps, anche dopo la maxi regolarizzazione del 2002. I dati del 2004 indicano che gli iscritti per lavoro domestico sono 336 mila circa. Ma dal 2004 al 2007 si è registrato un calo drastico nelle donne regorarmente impegnate nei servizi alle famiglie pari al -20,8%. Un dato che segnala il ritorno al sommerso
Stime prudenziali consentono di fissarle in 7-800 mila le persone che lavorano in famiglia, il cui lavoro, immaginando una retribuzione regolare e una formazione adeguata, vale annualmente oltre 10 milardi
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