Volontariato

Pd, il programma in 12 capitoli

Sussidiarietà e stato forte uno dei pilastri. Volontariato, terzo settore, non profit: chi li ha visti?

di Redazione

C’è la parola sussidiarietà, abbinata a “stato forte”, uno dei dieci pilastri su cui si forma il programma del Pd di Walter Veltroni. Ma non ci sono volontariato, associazionismo, terzo settore, non profit. Nonostante un ampio capitolo ( il sesto) dedicato allo Stato Sociale (“più eguaglianza e più sostegno alla famiglia, per crescere meglio”)

Sui temi etici: il programma si assume “l’impegno a prevenire l’accanimento terapeutico anche attraverso il testamento biologico”, e sancisce che “il Pd promuove il riconoscimento dei diritti delle persone stabilmente conviventi”. Quanto all’aborto, il programma dice che “la Legge 194 è una legge equilibrata, che ha conseguito buoni risultati. Va attuata in tutte le sue parti”.

Da segnalare, sul fronte infanzia, l’idea di “portare in 5 anni i posti per i bambini da 0 a 3 anni dal 6% attuale al 25%. Lasciare gli asili chiusi solo nella settimana di ferragosto” e l’idea di “Alzare gradualmente, per chi è in situazione più difficile, l?indennità di accompagnamento da 455 fino a 600 euro” con abbinata la sperimentazione di un non meglio definito ?Buono servizio? per non autosufficienti”.

Ma vediamo più nel dettaglio i punti di un programma che Veltroni ha presentato come “ambizioso e realistico”, in linea con il “profilo innovativo” che vuole avere il Pd, che e’ anche la prima forza politica a presentare agli elettori il proprio piano d’azione in vista del voto del 13 e 14 aprile. Al primo punto, “lo Stato: spendere meglio e meno” allo scopo di arrivare a ridurre il deficit e il debito pubblico sotto il 90% del Pil. Il secondo punto reca il titolo “Per un fisco amico dello sviluppo” e prevede per il 2008 una detrazione piu’ alta per il lavoro dipendente, un abbassamento delle aliquote Irpef dal 2009 di un punto l’anno per tre anni, una dote fiscale di 2500 euro per i figli, detrazione per l’affitto pagato e aliquota fissa su quello percepito. Per le imprese si favorisce la capitalizzazione tramite sconti di imposta. Il tutto nel quadro del federalismo fiscale. Al terzo punto, “Cittadini e imprese piu’ sicuri”, con l’approvazione del Pacchetto sicurezza, la certezza della pena, piu’ agenti nelle strade. “Diritto alla giustizia giusta” e’ il quarto punto del programma, che prevede fra l’altro: accorpamento dei Tribunali, processo telematico, specializzazione dei magistrati. Un capitolo del quarto punto e’ dedicato a “Garanzie e diritti”: le intercettazioni servono all’autorita’ giudiziaria ma “ci sia chi risponda delle violazioni del diritto alla riservatezza”. Morando ha spiegato che il responsabile del procedimento non puo’ che essere individuato nel Pubblico ministero. In questa parte del programma si assume l’impegno a prevenire l’accanimento terapeutico anche attraverso il testamento biologico, e si sancisce che “il Pd promuove il riconoscimento dei diritti delle persone stabilmente conviventi”.

l quinto punto del programma del Pd si intitola “L’ambientalismo del fare” e indica come prioritari il superamento della dipendenza dal petrolio attraverso il ricorso alle fonti rinnovabili, Valutazione di impatto ambientale da concludersi in tre mesi, impianti di rigassificazione, e sistema di trasporti sempre piu’ basato su ferrovie. Nel documento si decreta il “basta con l’ambientalismo del ‘no'”, e il “si’ ad infrastrutture moderne e sostenibili”, chiamando le cose “con il loro nome: rigassificatori, termovalorizzatori, Tav Lione-Torino-Trieste”. Al sesto punto, “Stato sociale: piu’ eguaglianza e piu’ sostegno alla famiglia, per crescere meglio” si prevede una sola Agenzia nazionale per la sicurezza sul lavoro, misure per incentivare la possibilita’ di ricorrere agli asili nido, scuole elementari aperte anche il pomeriggio, compenso minimo legale di 1000-1100 euro netti mensili per i precari. Conto la legge Bossi-Fini, che Morando ha sostenuto aver “prodotto clandestini”, il ricorso agli sponsor garantiti e certificati e poi il voto agli immigrati nelle elezioni amministrative. Nella sanita’, stop alle “nomine clientelari e partitiche”. E ancora, attuazione della legge 194 in tutte le sue parti. Il settimo punto e’ dedicato alla scuola, all’universita’ e alla ricerca, con l’obiettivo di portare al diploma il 95% degli studenti, piu’ ore di matematica e, fra l’altro, “cento nuovi campus della scuola dell’obbligo pronti entro il 2010. Per i ricercatotori, si punta a “garantire a 1000 giovani ricercatori ad alto potenziale di lavorare liberi attorno alle proprie idee”. All’ottavo punto, “Imprese piu’ forti per competere meglio”, con incentivi alle piccole e medie imprese, la contendibilita’, le liberalizzazioni e norme sul conflitto di interessi. Contro la burocrazia, si pensa di restituire sotto forma di credito di imposta il 50% del costo che ha per i cittadini l’introduzione di nuove procedure.

“Concorrenza produce crescita”. Il nono punto del programma del Pd promette “ogni anno una legge sulla concorrenza”, a cominciare da telefonia, trasporti, distribuzione dei carburanti”. Il “Sud e Mediterraneo” e’ al centro del decimo punto, con riguardo particolare al sistema dei trasporti. Le riforme per una “Democrazia governante” costituiscono l’undicesimo punto del programma: “Le riforme si fanno insieme” si legge nel documento, che propone una Camera con 470 deputati eletti in collegi uninominali scelti con le primarie e con il vincolo di genere, e un Senato delle autonomie con 100 componenti. Governo di 12 ministri con 60 membri complessivi, con premier che ottiene la fiducia dalla sola Camera e che puo’ proporre la revoca dei ministri. Pur non essendo una riforma istituzionale in senso stretto, si propone di introdurre il metodo del calcolo contributivo per i vitalizi dei parlamentari come per tutti i lavoratori. Inoltre, voto ai sedicenni alle amministrative. Al dodicesimo punto, “Oltre il duopolio, la Tv dell’era digitale” con l’assegnazione delle frequenze secondo le direttive Ue e il rispetto delle sentenze della Consulta. Per la Rai, Fondazione e un amministratore unico. Inoltre, un fondo per la qualita’ dei programmi finanziato con il 2% dell’intero fatturato pubblicitario.


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