Formazione

Ciad/Darfur, al confine situazione drammatica

Missione congiunta delle Nazioni Unite

di Redazione

Ieri una missione congiunta delle Nazioni Unite, composta dal coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per il Sudan e dai rappresentanti del Fondo Alimentare Mondiale (WFP), del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) e dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), ha visitato la città di Sirba, una delle località del Darfur occidentale che è stata attaccata dal governo sudanese all’inizio del mese. Gli abitanti di Sirba hanno implorato aiuto per quanto riguarda la protezione dei loro villaggi. Hanno anche affermato che fuggire nel confinante Ciad orientale è pericoloso a causa del conflitto in corso e del banditismo, ed hanno espresso preoccupazione per i compatrioti che sono fuggiti oltre confine tre settimane fa.

L’UNHCR è rimasto profondamente colpito dal livello di distruzione a Sirba. I recenti attacchi hanno anche interessato i villaggi vicini di Silea e Abou Sourouj. Prima dell’attacco i tre villaggi contavano una popolazione di circa 30mila abitanti, alcuni dei quali sono fuggiti nell’area di Birak, nel Ciad orientale.

La missione di valutazione ha notato che molti abitanti dei villaggi che erano stati costretti a lasciare le loro case a causa dei raid aerei dell’8 febbraio scorso hanno fatto ritorno a Sirba. Le Nazioni Unite, di ritorno nella zona qualche giorno dopo una prima visita immediatamente successiva ai raid, avevano distribuito aiuti umanitari di emergenza, tra cui cibo e materiali da costruzione, mentre il governo aveva fornito anche delle tende.

Nel Darfur occidentale l’UNHCR è una delle poche agenzie che forniscono assistenza diretta alle comunità rurali ed agli sfollati interni che alloggiano nei campi, situati prevalentemente all’interno o nei pressi delle città. Obiettivo dell’UNHCR, con le distribuzioni dirette nei villaggi, è consentire alle persone che non dispongono dei servizi di base ma che per il resto si trovano in condizioni di sicurezza di rimanere nelle loro abitazioni, invece di recarsi nei campi già sovraffollati.

Prima di visitare Sirba il rappresentante dell’UNHCR ha fatto tappa ad Al Fasher, la capitale dello stato del Nord Darfur, per l’apertura ufficiale dell’ufficio locale dell’Agenzia. L’UNHCR sta infatti espandendo le proprie attività, limitate, fino ad ora, allo stato del Darfur Occidentale.

Nel frattempo, in Ciad orientale, un convoglio umanitario dell’UNHCR e di Medici Senza Frontiere-Svizzera che cercava di raggiungere il confine dalla città ciadiana di Guereda è dovuto tornare indietro a causa delle attività militari dall’altro lato del confine in Darfur.

In Camerun, invece, dallo scorso sabato l’UNHCR ha trasportato 2.400 rifugiati ciadiani da Kousseri al campo di Maltam 1. Ulteriori convogli sono in programma per i prossimi giorni e si stima che 15mila persone si trasferiranno a Maltam dal centro di transito di Madana e dalle scuole e dalle chiese a Kousseri dove sono rifugiati in questo momento. I rifugiati, tra le decine di migliaia di persone fuggite all’inizio del mese a causa dei disordini, riferiscono agli operatori sul campo che non si sentono ancora sicuri di tornare a N’Djamena.


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