Cultura

Il ciclone se ne va, Italia Aiuta resta

Dopo l’emergenza Bangladesh, il network composto da sei ong italiane ha incominciato a supportare la ricostruzione del Paese. Con un’attenzione particolare a case e scuole di Lisa Ghezzi

di Redazione

Il ciclone Sidr, che ha devastato il Bangladesh lo scorso 15 novembre, ha lasciato dietro di sé una scia di morte e distruzione: secondo Ocha (l?Ufficio Onu per il coordinamento delle attività umanitarie) le vittime sono state circa 4mila, le abitazioni distrutte 564mila, oltre 900mila quelle danneggiate e almeno 4 milioni i senza tetto.

Italia Aiuta, il comitato per le emergenze costituito da sei organizzazioni non governative italiane (Cesvi, Cisp, Coopi, Cosv, Intersos e Movimondo) e dal settimanale Vita, è stato tra i primi ad intervenire. Partecipò infatti alle operazioni di soccorso del ministero degli Esteri con l?invio di due voli speciali di aiuti umanitari il 23 e 26 novembre; furono trasportati e distribuiti generi di prima necessità per un controvalore di un milione di euro, di cui 183mila messi a disposizione di Italia Aiuta.

L?intervento di prima emergenza, per circa 150mila persone, è stato gestito da Italia Aiuta in collaborazione con un network di sette organizzazioni locali sotto la sigla Community Awareness Foundation. Gli sforzi si concentrarono negli ospedali da campo e nei centri di raccolta dei profughi a Bagherhat, Kuakhata, Madaripur, Barguna e Patuakhali. Molti i rischi, primo fra tutti quello delle epidemie. Un aiuto concreto è giunto dalla distribuzione di potabilizzatori in grado di erogare 5mila litri di acqua al giorno: grazie a questi macchinari ancora oggi centinaia di famiglie possono bere senza pericolo.

Dopo la fase di prima emergenza, con la generosità di tanti donatori che ha permesso di raggiungere la cifra di 410mila euro, è stato possibile accompagnare la popolazione colpita verso una ripresa della normalità.

Oggi la vita in Bangladesh torna a scorrere: Cesvi si sta occupando (grazie al sostegno del gruppo Ubi Banca) della ricostruzione di 400 case per altrettante famiglie, dotate di servizi igienico-sanitari adeguati, mentre Intersos (grazie all?appoggio di Regione Toscana) della ricostruzione di una scuola a Matrivasa.

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