Non profit

Scarti, costi e report: ci scrive 3

Ospitiamo, con risposta, la reazione dell’azienda telefonica alla nostra inchiesta.

di Gabriella Meroni e Chiara Sirna

In merito alla prima puntata della vostra inchiesta sugli sms solidali, <a href="http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=89814" target="_blank">Quel messaggino sarà buono ma non perfetto</a>, mi trovo costretta ad inviarle una replica, avendo riscontrato nell?articolo numerose imprecisioni. Per quanto riguarda le utenze business, non è l?operatore a porre delle limitazioni alle donazioni, ma sono le stesse aziende titolari delle utenze a richiedere dei filtri nell?uso dei cellulari aziendali. Inoltre la donazione (e quindi la spesa per il cliente) avviene non al momento dell?invio dell?sms ma solo nel momento in cui il cliente riceve il messaggio di risposta. I cosiddetti ?scarti?, ossia la differenza tra i tentativi di donazione e le donazioni acquisite, derivano invece dalla disponibilità o meno per il cliente di promozioni comprendenti sms gratuiti, i soli non riconosciuti validi ai fini di una micro-donazione. In occasione della raccolta pro Airc, ad esempio, non avevamo promozioni di questo tipo in corso, quindi abbiamo avuto l?azzeramento della percentuale tra i tentativi e le donazioni. Quanto al rendiconto in tempo reale nel corso delle trasmissioni televisive del 2007, definito una pur parziale trasparenza, ribadisco che i contatori che appaiono in televisione recepiscono solo la prima parte del processo di donazione, ossia i tentativi di invio di sms. In buon sostanza, questi contatori sono strumenti funzionali al contesto televisivo, ma nulla di più. Vorrei poi far notare che non abbiamo aderito alla campagna 2006 del Banco Alimentare. Di conseguenza, non potevamo fornire rendiconti, tanto meno a pagamento. Mi dispiace, inoltre, di non aver letto di un elemento di grande trasparenza nella nostra attività di charity: tutti gli importi derivanti da raccolte tramite sms solidali vengono convogliati, prima del bonifico, all?associazione beneficiaria, in un conto di debito. Quindi, per 3, dal punto di vista contabile rappresentano una passività e in nessun caso possono costituire una voce a ricavo.

avv. Annalisa Malfatti
direttore Affari istituzionali e Csr 3 Italia

Partiamo da un nostro errore: a causa di un equivoco nella comunicazione, ci risultava che 3 avesse partecipato alla raccolta del Banco Alimentare 2006, mentre è vero il contrario. Quindi ce ne scusiamo. Quanto evidenziato da 3 sulle utenze business, invece, non ci sembra in contraddizione con quanto scritto. È infatti specificato nell?articolo che 3 accetta le donazioni da cellulare aziendale «a certe condizioni». Che sono, come scrivete voi, il fatto che l?azienda titolare dell?utenza non abbia posto dei filtri. Sugli scarti. La signora Chantal Hamende di 3 ci ha confermato uno scarto tra ?tentativi? di invio e donazioni effettive di circa il 3%, e l?abbiamo scritto. Il caso di Airc in effetti è particolare, perché risulta che tutte le donazioni di clienti 3 sono andate a buon fine, visto che lo scarto è pari a zero. D?altra parte nell?articolo ci limitavamo a chiedere ?come mai?, senza avanzare il benché minimo sospetto. Evidentemente, come ci spiegate, in quella raccolta nessun cliente 3 aveva esaurito il credito, nessun cliente 3 aveva tentato di donare da un cellulare aziendale in cui era stato inserito un filtro, e non c?era nessuna promozione di sms gratuiti in corso. Un caso raro, ma possibile. Quanto al messaggio di risposta che certifica la donazione, abbiamo tralasciato di specificarlo visto che nulla toglie e nulla aggiunge alla trasparenza del sistema, anzi: scommettiamo infatti che anche chi non riceve la conferma è convinto di aver donato. Sarebbe invece utile, a nostro avviso, che venissero diffusi da parte degli operatori sia i dati relativi agli sms andati a buon fine, sia quelli relativi al totale degli sms inviati, accompagnati da una spiegazione sui motivi della mancata accettazione di quelli non validi. Infine non mai abbiamo scritto che gli sms solidali costituiscono un ricavo per gli operatori telefonici.


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