Politica

Obama è il primo candidato afroamericano

L'America della segregazione razziale espia il suo peccato originale. Dopo 16 mesi di campagna elettorale vince Barack Obama

di Alessandra Marseglia

In questo 3 giugno 2008 la storia si srotola sotto milioni di occhi negli Usa e nel mondo: a meno di un secolo e mezzo dalla fine dello schiavismo e a 40 anni esatti dall'”I have a dream” di Martin Luther King, l?America ha per la prima volta un candidato Afro-Americano alla Casa Bianca.

Dopo 16 mesi di campagna elettorale ieri sera Barack Obama ha finalmente potuto dichiarare la vittoria nella dura corsa contro Hillary Clinton per la nomination Democratica. ?Stanotte segniamo la fine di un viaggio storico e l?inizio di un altro, un viaggio che porterà alla nascita di un giorno nuovo e migliore per l?America ? ha detto Obama da St. Paul in Minnesota accompagnato dalla moglie Michelle, raggiante più che mai in un vestito viola ? Grazie e voi stanotte io posso essere qui e dire che sarò il candidato Democratico alla presidenza degli Stati Uniti d?America?.

La vittoria ufficiale del senatore dell?Illinois era già nell?aria da qualche settimana, ma è solo oggi, con le due ultime tappe delle primarie in Montana e South Dakota, che i numeri si sono dimostrati inequivocabilmente a suo favore. Nel pomeriggio è cominciata la lenta ?migrazione? dei Superdelegati da Hillary a Obama e in serata, con la vittoria in Montana il senatore ha raggiunto e superato il magico numero di 2.118 delegati.

Hillary si consola con una vittoria in South Dakota e si congeda dalla lunghissima corsa con un discorso che anche in questa ultima occasione non sa essere conciliante. ?Mi congratulo col senatore Obama, è stato un onore combattere contro di lui così come lo è essere sua amica? ha detto Hllary senza però dimenticare di ribadire che è lei e non Obama ad avere il numero più alto di voti popolari, e che in definitiva sarebbe lei la più forte contro McCain.

D?altro canto, però, già nel primo pomeriggio Hillary aveva implicitamente gettato la spugna, dichiarandosi disponibile ad un eventuale ?ticket? con Obama. Le sue ultime parole lasciano, infatti, prevedere lunghi giorni di contrattazioni.?Oggi non decido niente. Aspetto i vostri suggerimenti ? ha detto ai suoi sostenitori ? scrivetemi sul mio sito e io deciderò cosa è più giusto fare?.

Non è finita qui e Obama lo sa bene. Da domani si apre la vera campagna presidenziale, bisognerà risolvere la questione ?Hillary? e poi comincerà il vero braccio di ferro con i Repubblicani.

Ma almeno questa sera il senatore può dormire sonni tranquilli.

Per l?America si chiude una giornata storica e il suo peccato originale ? lo schiavismo ? sembra quasi espiato.


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