Non profit

Vogliamo dare velocità al non profit

Mille clienti, per metà presi fuori da circuito Intesa, 40 milioni di affidamenti richiesti, una carta di credito con la Croce rossa in arrivo.

di Christian Benna

Naviga da cento giorni nel mare del non profit. Un viaggio in acque tutt?altro che tranquille: ritardi cronici nei pagamenti della pubblica amministrazione, i misteri del 5 per mille, situazioni patrimoniali accidentate, poca diffusione di managerialità e scarsa propensione al credito. Ma la nave di Banca Prossima, l?istituto di credito per il terzo settore nato a novembre da una costola di Intesa Sanpaolo, è salpata con l?obiettivo ambizioso di anticipare le tempeste accompagnando sottocoperta il mondo del sociale. E i risultati ad oggi non mancano. Oltre mille clienti (la metà ?nuovi?, pescati fuori dal circuito Intesa) e 40 milioni di affidamenti richiesti. Numeri incoraggianti, visto che il target per il triennio è servire almeno 10mila organizzazioni.

Chi c?è nel board
Per orientarsi l?istituto guidato dall?ad Marco Morganti ha scelto diverse figure rappresentative del terzo settore. Nell?advisory board, il comitato per lo sviluppo dell?impresa sociale, quello che indica la rotta da seguire, sono stati appena nominati Johnny Dotti (Cgm), Costanza Fanelli (Legacoop sociali), Antonio Mandelli (Federazione imprese sociali), Felice Scalvini (Fondazione housing sociale), Carlo Secchi (ex rettore Bocconi), Gianni La Bella (Comunità di Sant?Egidio), l?economista – banchiere Arnaldo Borghesi e il sociologo Pierpaolo Donati. Dalla parte di Prossima, che ha una dotazione di 120 milioni di euro, è scesa in campo già Fondazione Cariplo, che ha annunciato l?ingresso nel capitale con una quota compresa tra 10 e 20 milioni di euro. E presto arriverà anche la Compagnia di San Paolo: l?ente non profit torinese sta infatti valutando le proposte di partecipazione. Intanto sotto il tetto di Prossima incominciano a ruotare i big del non profit. A cominciare dagli istituti ecclesiastici fino alla Croce Rossa italiana, che ha appena siglato un accordo con la banca. A maggio vedrà la luce una Cri card, una prepagata che devolve fondi ad ogni ricarica effettuata. L?intesa è un esempio pratico di quella che Marco Morganti chiama ?finanza anticipatrice?. «Il fundraising in Italia è ancora poco sviluppato. L?iniziativa a fianco della Cri rientra nello spirito di Banca Prossima, una banca che pur essendo una spa condivide la filosofia del non profit e punta a svilupparne le capacità». E poi aggiunge: «Finanza anticipatrice significa soprattutto permettere a un ente di fare dei progetti a lungo termine. I tempi lunghi dei pagamenti o dell?approvazione di un progetto possono paralizzare l?attività di una coop sociale, o comunque frenarla».

Partner ponte
Perciò Banca Prossima si propone quale partner – ponte tra organizzazioni e fondazioni e pubblica amministrazione. «Se ci dovessimo fermare alle valutazioni secondo gli schemi di una banca tradizionale», dice Paolo Chiumenti, responsabile Crediti dell?istituto, impegnato in prima fila nel sociale come presidente di Alfa Dopo di noi – il progetto di comunità alloggio costituito da Prossima, Cgm e Anfass -, «parte dei finanziamenti richiesti non verrebbero erogati. Il nostro ruolo però è differente. Attraverso un?approfondita analisi e individuazione dei punti di forza di ciascuna impresa non profit, riusciamo a sostenere, a volte con altri partner, molti dei progetti che ci vengono sottoposti».


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