Cultura

Una drammatica testimonianza dalla Birmania. Mobilitiamoci

DITE la vostra di Riccardo Bonacina

di Riccardo Bonacina

Carissimi, due settimane dopo ciò che è accaduto nel Paese, il nostro popolo sta attraversando un periodo molto difficile. Purtroppo gli aiuti non arrivano alla gente mentre i birmani da tutto il Paese cercano di dare una mano quanto è possibile. Molti si sono rifugiati nei monasteri buddisti e nelle chiese perché le autorità li forzano a tornare ai loro villaggi che però non esistono più. Non sappiamo il motivo di questo rientro forzato. Forse per non farli notare dagli internazionali oppure per farli morire (perché la maggioranza dei sofferenti sono di etnia karin che il governo avversa). Secondo i sacerdoti e i monaci delle zone colpite, i morti sarebbero circa 400mila, mentre milioni di persone sono rimaste senza tetto. Ora i monsoni sono arrivati e pensate a chi non ha casa e un tetto. Hanno perso tutto, le case e il riso nei granai, bestie e terreni che ora sono sotto un deposito di sabbia portata dall?acqua salata del mare. Molti sopravvisuti hanno ferite al petto e alle mani e alle gambe essendo stati colpiti o feriti da qualsiasi cosa che l?acqua ha portato, perciò tanta gente ha bisogno assistenza e di essere curata. Molte famiglie hanno perso il maggior numero dei membri, ci sono famiglie che hanno perso sette oppure otto persone. Ieri una donna che ha perso suo marito e tre figli ha partorito un neonato. Un uomo ha perso sua moglie e quattro figli di cui uno con solo sei giorni di vita… Finora gli aiuti distribuiti sono essenzialmente dei cittadini birmani non colpiti dalla tragedia. Ma da tre giorni sono installati posti di blocco per fermare il trasporto del riso. Ma gli aiuti dei cittadini birmani non potranno durare per settimane perché siamo tutti poveri e inefficienti. La mancanza dei mezzi di trasporto e delle comunicazioni crea più difficoltà mentre le autorità fermano quei piccoli gruppi che distribuiscono i viveri alla popolazione nei villaggi. La criminalità è in aumento perché tanti rubano e rapinano.

Dico queste cose solo per farvi sapere come stiamo, e per chiedervi di pregare perché arrivino aiuti internazionali. Vogliamo far sapere alla comunità mondiale che sono i benvenuti, con o senza permesso del nostro governo. Questo è il messaggio della maggioranza del nostro popolo. Preghiamo perché il Signore illumini i cuori di Pilato e dei suoi legionari.
Ciao.
email firmata, 20 maggio 2008

Questa email, sfuggita non si sa come alle grinfie della giunta militare (e criminale) del generalissimo Than Shwe, dà conto, di prima mano, della strage in atto in Birmania a causa del ciclone Nargis e del regime, che preferisce la morte del popolo agli aiuti internazionali. Vita partecipa alla mobilitazione di Italia Aiuta (www.italiauta.it). Non restate indifferenti, per favore.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA