Famiglia

Il «modello veneto» fa il tifo per i genitori

Adozioni. Cresce l’impegno della Regione per fare sistema

di Benedetta Verrini

Il Veneto approva il nuovo Protocollo operativo per le adozioni e si mette in prima linea nel sostenere il settore. Un modello di sinergia pubblico-privato che ora guarda anche alle attività di cooperazione all?estero e pone le basi per una regionalizzazione degli enti, co-finanziando quelli che garantiscono almeno 20 ore alla settimana di servizi in regione.

E’ la seconda regione italiana per numero di adozioni, ma certamente la prima nelle politiche di sostegno al settore: in Veneto è appena stato aperto alla firma degli enti autorizzati il nuovo Protocollo operativo per le adozioni nazionali e internazionali.

Dal 2001 ad oggi è la terza volta che la Rregione, realizzando le indicazioni della legge 149, promuove un accordo per creare una sinergia tra le competenze dei vari protagonisti del processo adottivo: i servizi sociali, il tribunale, gli enti autorizzati. Dal 2000 al 2007 in Veneto sono arrivati 1.821 minori (contro i 3.373 della Lombardia). Numeri importanti, che mostrano la necessità di ottimizzare le varie fasi dell?iter adottivo (informazione, idoneità, abbinamento, post adozione) aiutando la coppia in tutto il percorso e soprattutto nelle difficoltà che incontra, con l?operatore del servizio territoriale o dell?ente autorizzato che interpreta un ruolo di accompagnamento, guida e indirizzo.

Grazie all?impegno di questi anni, sono state create in tutta le regione 26 équipe adottive (formate da psicologi e assistenti sociali) e 18 enti autorizzati hanno sottoscritto il precedente Protocollo. E per far partire le famiglie con il piede giusto si è puntato molto anche sul pre-adozione: nel 2007 sono stati organizzati 83 corsi informativi, per i quali le coppie hanno potuto approfittare di un bonus di 103 euro.

Il ?modello Veneto? è interessante anche perché, oltre alla gestione della fase italiana dell?adozione, da qualche anno guarda anche al supporto della fase estera. Con il progetto Nemmeno le balene… si è fatto il punto sulla lunga attesa delle coppie per l?adozione (3 anni e 3 mesi complessivi), focalizzando una delle fasi più critiche del processo adottivo, quel lungo momento fatto di mesi o anni che segue l?idoneità del tribunale e porta all?abbinamento all?estero del bambino. Il progetto ha permesso tra l?altro la creazione di un interessante sito sulle adozioni.

«Una delle novità importanti del nuovo protocollo è l?accordo aggiuntivo, che realizza una specifica azione regionale per il sostegno e la promozione delle attività di quegli enti autorizzati in Italia e all?estero che accompagnano la coppia e il minore adottato», ha spiegato Stefano Valdegamberi, assessore alle Politiche sociali e promotore del nuovo testo. L?accordo aggiuntivo prevede la possibilità di un sostegno (anche economico) della Regione nelle attività degli enti. Lo stesso Valdegamberi lo scorso anno si era recato in Etiopia e Colombia per stringere accordi e promuovere, con gli enti autorizzati presenti, progetti di cooperazione a favore dei bambini.

Per saperne di più: www.venetoadozioni.it

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