Politica

Niente acqua minerale:il fioretto che piace a Cacciari.

Acqua del rubinetto al posto di quella in bottiglia, in nome della sostenibilità. Un’idea con molti proseliti, anche fra i laici.

di Daniela Verlicchi

Don Gianni punta sull?effetto cascata. E i primi scrosci si avvertono già. Alla sua campagna di digiuno dall?acqua minerale hanno già aderito il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari e l?attore Marco Paolini. E siamo solo all?inizio della Quaresima. Sì, perché Imbrocchiamola, la campagna lanciata dall?ufficio per la Pastorale per gli stili di vita del Patriarcato di Venezia (di cui don Gianni Fazzini è direttore) nasce così, come un fioretto per la Quaresima 2008. Bere acqua naturale è un fioretto «in tre sorsi», dice don Gianni: «Il primo per ricordarsi che è un bene comune e non privatizzabile, il secondo per ridurre il consumo di plastica e il terzo per la madre terra, da amare globalmente». Niente più bottiglie (che inquinano), dunque, ma brocche, possibilmente quelle di vetro riciclato che si trovano nelle botteghe del commercio equo. E quel che si risparmia bevendo la naturale, lo si può investire in un progetto per dare acqua a chi non ce l?ha: l?ufficio diocesano infatti finanzierà un acquedotto in Thailandia. Questa la Quaresima proposta da don Fazzini. Ma l?iniziativa piace anche ai laici. Il sindaco di Venezia ha bandito le bottigliette di minerale da tutte le riunioni della Giunta comunale, mentre Paolini, testimonial dell?iniziativa, porterà in giro per i teatri d?Italia una borraccia rossa, riempita rigorosamente con acqua naturale. E c?è di più: da aprile in 25 comuni della provincia di Venezia la bolletta dell?acqua conterrà un buono per l?acquisto di una brocca da tavola. Con l?invito a bere solo l?«acqua del sindaco», dice lo slogan. L?iniziativa è di Veritas, la multiutility che rifornisce il capoluogo veneto di acqua e gas, ma dietro c?è lo zampino di don Gianni. Dal 2002, da quando è nato l?ufficio per la Pastorale per gli stili di vita, non si stanca di ripetere che «un altro consumo è possibile». Per questo, non è rimasto molto sorpreso dalle adesioni di Cacciari e Paolini: «È da 15 anni che lavoro per rendere più ?critici? i consumi dei veneziani», racconta don Gianni, «ne ho parlato con molte persone, sindaco e Marco compresi. Si può dire che questa iniziativa l?abbiamo pensata insieme».Ma, don Gianni ci tiene a sottolinearlo, «la nostra non è una crociata». Una questione vitale, piuttosto: «Si tratta di salvaguardare la nostra capacità di gioia, che è fatta di cose semplici e quasi mai in vendita. Un?abilità che è continuamente insidiata dalla violenza di un mercato che ci crea dentro bisogni sempre nuovi». Un lavoraccio, non c?è che dire. Anche perché il prossimo da sensibilizzare sarà il patriarca di Venezia, Angelo Scola: «Fino a ieri, sulla sua tavola c?era l?acqua minerale», rivela. «Speriamo che abbia cambiato abitudini».

Per seguire la campagna: <a href="http://www.veneziastilidivita.it" target="_blank">Pastorale diocesana per gli Stili di vita</a>


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