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Asili agli immigrati: Palazzo Marino impugna l’ordinanza del Tribunale

La Giunta ha deciso per il ricorso e chiede intanto "regole chiare ed omogenee per tutti i Comuni"

di Chiara Sirna

La polemica nata intorno all’accesso dei figli di immigrati irregolari nelle materne comunali di Milano non accenna a placarsi. Prima l’ordinanza del Tribunale di Milano (dell’11 febbraio), che definisce “discriminatoria” la delibera che limita l’accesso alle scuole dell’infanzia ai soli figli di stranieri regolari e ordina di correggere i termini della delibera stessa inserendo come elemento di valutazione la sola verifica dell’esistenza di una “fissa dimora”.
Poi la dichiarazione ufficiale, in consiglio comunale, dell’assessore Mariolina Moioli alle Politiche Sociali, che dice di voler avviare i lavori per uniformare la delibera ai criteri dettati dal Tribunale.
E poi ancora un altro cambio di rotta. Venerdì pomeriggio la Giunta delibera il ricorso contro l?Ordinanza del Tribunale di Milano.

“La decisione del ricorso – si legge nel comunicato del Comune – nasce dalla volontà della Giunta di riaffermare il principio di legalità e il rispetto dei diritti di tutti i minori, quelli milanesi e quelli stranieri regolari”.

“L?ordinanza emessa dal giudice Claudio Marangoni lo scorso 11 febbraio – continua il testo – contiene delle contraddizioni”. “Il giudice – si spiega – partendo dal presupposto che il minore non può essere considerato clandestino, ha dichiarato ?indiscutibilmente legittimo il presupposto della residenza quale condizione di fruibilità del servizio?, ma allo stesso tempo nella sua ordinanza, spiega che il requisito della residenza, ?ben potrebbe essere valutato in fatto, richiedendosi che il minore abbia in concreto la propria dimora abituale nell?ambito del territorio comunale?.

“La seconda incoerenza riscontrata nell?ordinanza del Tribunale di Milano – aggiunge ancora il Comune – riguarda l?equiparazione tra l?obbligo scolastico e il diritto alla frequenza della scuola dell?infanzia”.

In ogni caso, trattandosi di provvedimento esecutivo, il Comune di Milano darà comunque esecuzione all?ordinanza emessa lo scorso 11 febbraio dal giudice del Tribunale Claudio Marangoni, accogliendo così anche le domande di iscrizione alle materne per i minori che appartengono a famiglie clandestine e che possano dimostrare l’abituale dimora. Dunque, il Comune continua nell’opera di modifica della regole introdotte dalla circolare contestata dal Tribunale meneghino, ma nello stesso tempo avvia il ricorso contro l’ordinanza della giustizia, dando mandato alla propria avvocatura di ricorrere contro il principio giuridico contenuto nel dispositivo.

“L?obiettivo della Giunta – si precisa ancora nel comunicato – è di uscire dalla confusione legislativa e da una situazione di ipocrisia e di ambiguità, perché, laddove si vogliano far convivere principi in contraddizione, si trovino condizioni chiare per tutti i Comuni”.
E ancora più chiaramente, su questo punto, si è espressa Mariolina Moioli. “Ricorreremo contro l’ordinanza del giudice – ha spiegato l’assessore – perché introducendo la fattispecie dell’abituale dimora finalizzata all’accoglienza della domanda dei bambini provenienti da famiglie clandestine si aprono una serie di questioni che riguardano tutto il panorama nazionale, e non solo quello milanese, perché molte famiglie, anche italiane, pur avendo residenza in una città hanno la loro dimora abituale in un’altra”.

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