Al posto dello champagne, i senatori del centrodestra avrebbero potuto brindare con l?acqua minerale. Sarebbero stati molto più in sintonia coi paradossali tempi moderni. Giacché nel Belpaese, mentre gli acquedotti diventano sempre più colabrodi ufficiali (in circa 291mila chilometri perdono, strada facendo, quasi il 42% dell?acqua), e mentre continuano a ridursi in questo settore gli investimenti pubblici e privati (nel 2005 scesi a 700 milioni di euro), il valore dell??oro blu? continua a salire. Ormai sono 189 le fonti riconosciute (per le quali le aziende pagano allo Stato canoni irrisori), 304 le marche commercializzate. Una produzione in costante aumento: dai 6,1 miliardi di litri imbottigliati nel 1990, si è arrivati ai 12,2 miliardi del 2006. Quanto al consumo, siamo i primi al mondo: in media ciascun italiano beve 172 litri di acqua imbottigliata all?anno (a fronte dei 138 litri francesi, dei 100 tedeschi e spagnoli). Resta da decidere se le famiglie italiane siano vittime di incessanti campagne o abbiano consapevolmente scartato l?acqua del rubinetto. A favore della quale non cessano gli appelli. Lo scorso anno il municipio di Roma aveva reso noto che la certificazione dell?acqua capitolina è frutto di 250mila campioni analizzati l?anno. In questi giorni l?ufficio per la Pastorale per gli stili di vita del Patriarcato di Venezia ha lanciato una campagna, appoggiata da Marco Paolini, dal sindaco Massimo Cacciari e da Veritas, la società di gestione degli acquedotti veneziani che invierà a 100mila famiglie altrettante caraffe accompagnate da un chiaro invito: «Imbrocchiamola».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.